Cosa sarebbe successo se una trivella di venti metri di altezza e centoventi tonnellate di peso fosse piombata in mezzo al traffico dell'ora di punta, a causa di un probabile cedimento del terreno, nella Roma di Ignazio Marino o nell'indecorosa Napoli di De Magistris? Scandalo e allarme. Invece è accaduto a Firenze e tutto sembra normale. Eppure il capoluogo toscano sta vivendo da alcuni anni una rivoluzione urbanistica che, oltre a stravolgerla nella sua inestimabile e inimitabile conformazione rinascimentale – che ben si confà ad una popolazione di neppure quattrocentomila abitanti –, può provocare danni gravissimi al territorio. La tranvia è un'opera in muratura che affronta a costi esagerati e impatto ambientale massimo un problema di viabilità risolvibile con un modestissimo, forse troppo ed è questo il guaio, sistema di corsie preferenziali ed è solo uno dei tanti problemi. Firenze è una città delicata, il terreno che la sostiene non è adatto a sopportare il peso delle grandi opere, lo si è sempre saputo, eppure una cordata di politici di centro-sinistra, nella sostanziale inesistenza dell'opposizione, imprenditori e gruppi finanziari, hanno deciso il contrario. Solo l'UNESCO si è permessa di esprimere qualche perplessità su questo nuovo corso, mentre ogni altra forma di pensiero critico sembra essere stata anestetizzata dalla pioggia di milioni stanziati dal governo centrale, regionale e locale. Visitare Firenze per credere. (Marco Lombardi)