Erano mesi che aspettavamo il decreto per rivedere all'insù le tabelle sulla quantità massima di cannabis da detenere, e che distinguono un consumatore da uno spacciatore. Era un atto dovuto e promesso fin da giugno da parte del ministro della Salute, nonché in campagna elettorale.
La legge Fini-Giovanardi aveva riformato non solo la legge sugli stupefacenti, annullando l'esito di un referendum con cui era stata abolita la dose giornaliera, ma aveva avuto per un incredibile gioco del destino la sua piena applicazione proprio durante il Governo di centrosinistra. Oltre il danno, la beffa, insomma. Una situazione non più prorogabile e non più sostenibile!
Ben venga perciò la misura di rivedere le tabelle e di raddoppiare le quantità (da 500 a 1.000 milligrammi) per evitare che un consumatore di cannabis finisca in carcere tra spacciatori e trafficanti, ma ora occorre dare una spallata e decidere politicamente senza più rimandi: eliminare le sanzioni, tutte anche quelle amministrative, per i consumatori di stupefacenti, nonché studiare e progettare nuove politiche sulle droghe in direzione della legalizzazione.
Regolamentare i fenomeni sociali è l'unica strada percorribile per tenerli sotto controllo ed evitare lo straripamenti nell'illegalità, nella clandestinità e nel relegare comportamenti individuali in sfere perseguibili penalmente. Ad oggi in nessuna parte del mondo la mera politica punizionista ha ottenuto risultati positivi, prendiamone atto e voltiamo pagina!
Donatella Poretti