Firenze – Intervista del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, al quotidiano Corsera di oggi sulla morte di un 16enne nella discoteca romagnola Cocoricò, la cui attività è stata, di conseguenza, sospesa per 120 giorni: «Contro lo sballo che uccide adotteremo la tolleranza zero... non esiste linea dura contro le discoteche, ma contro la vendita e la cessione di droga nelle discoteche... ritengo che i controlli a tappeto nei locali dove più alto è il rischio di spaccio siano la strategia più efficace». Tutti consapevoli che non era la discoteca a promuovere consumi e spaccio... quindi le hanno sospeso l'attività. È come se per evitare lo spaccio e il consumo in una piazza di una città, invece di mettere un presidio di forze dell'ordine, decidessero di chiudere l'accesso a quella piazza, includendovi ovviamente i negozi e le altre attività e domicili che vi si affacciano: per esempio, uno studio professionale? Non ci va nessuno per 120 giorni!
Io abito al n. 19... niente, per 120 giorni non puoi entrare o uscire di casa.
Certo: il gesto esemplare -dicono in tanti, ministro incluso. A parte il prezzo e il metodo poco razionale, esempio di cosa? Che non ci si droga e non si deve favorire il drogarsi? No, c'e' piu' di qualcosa che non torna, legislazione e procedure vigenti:
- drogarsi non è vietato dalle leggi;
- la discoteca non è stata incriminata per favoreggiamento di qualche reato.
L'unico esempio ci sembra quello di una reazione sconclusionata di chi non sa che fare e che, senza esplicitamente dirlo, preferirebbe leggi diverse da quelle vigenti e, avendo il potere in merito, si comporta come se il proprio pensiero/desiderio fosse la realtà. La cosa che invece potrebbero fare è controllare i luoghi dove ritengono che stiano per consumarsi degli illeciti e dei reati e, di conseguenza, multare (illeciti) o perseguire (reati). Questa è prevenzione, altrimenti è abuso di potere.
Più di qualcuno -e noi tra questi- ritengono limitate queste azioni preventive. Che fare? Quanto deciso dalla Questura a Riccione, e sostenuto dal ministro Alfano, oltre che abuso di potere (e quindi dannoso di per sé) crea ulteriori danni perché non mette nessun freno al fenomeno che ha portato alla morte del 16enne: discoteca chiusa? Vado altrove ad impasticcarmi e forse ad ammazzarmi in un'altra discoteca... che poi la Polizia farà chiudere, così come farà chiudere la pineta dove sono andato a impasticcarmi perché tutte le discoteche (e probabilmente anche i bar) dalla zona sono state chiuse... e poi.... e poi... Tutto chiuso... tranne chi fa il suo piccolo o mega business col mercato clandestino che, proprio perché tale, e forte di un'alta domanda, è ben organizzato per sfuggire ai rigori e controlli dei tutori dell'ordine, e quindi rigenerarsi, spostarsi, trasformarsi, adeguarsi, travestirsi... tutto l'armamentario creativo ed elusivo di una qualunque delinquenza piccola o grande.
Premesso che a questo mercato libero offerto alle delinquenze organizzate potrà essere arginato/sconfitto solo se la legge decide di regolamentarlo, nel frattempo che si fa?
Prima di tutto si dovrebbe cercare di non peggiorare la situazione cosi come sta facendo, e ipotizza di estendere, il nostro ministro. Parallelamente evitare che gli acquirenti di questo mercato si facciano molto male, riduzione del danno: visto che i venditori di queste sostanze non sono controllati da nessuna legge, e quindi agiscono senza controlli sulle loro merci solo per il mero guadagno, ad ogni ingresso di discoteca e nei luoghi di incontro di molti giovani, ci dovrebbero essere punti mobili in cui esperti chimico/farmacologici invitino gli acquirenti di queste sostanze a fargliele loro vedere e analizzare prima di consumarle.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc