Da ieri è on line “Apatura iris 1”. Giovedì la Repubblica ha raccontato il caso di Giovanni Gaio, ingegnere industriale di 32 anni da Feltre. Ha la sindrome ipertimesica [dal gr. iper thymesis, ‘super ricordare’]. È un calendario vivente. Probabilmente –azzardo io–, il suo sonno rem [le tre ore di immobilità con scatenamento dei sogni] non funziona normalmente. Mestamente, ha raccontato a Jenner Meletti, che è condannato a ricordare tutto, anche il più piccolo torto subito da un’altra persona nell’infanzia.
Con Ordine di farfalla io cerco di ricostruire consapevolmente l’ordine delle parole, grato al Padrone eterno –di cui sono schiavo, urdu- perché mi ha fatto farfalla, capace di dimenticare tanta parte della memoria che mi sono ricostruito.
Apatura iris 2.
Una meravigliosa farfalla bruna iridata ci apre il pensiero antico col suo nome: Apatura iris (vedi in www.leps.it > Latin names ). Dal gr. apatan ‘ingannare’ di orig. incerta, farfalla con riflessi violacei, la cui larva cresce sui pioppi e sui salici. (Lo Zingarelli ’98)
L’Artefice Ingannatore, il NU DIM MUD in sumero, non ci inganna sull’origine.
La traduzione sumera di apatan iris è A PATH AN-IR ISH –fine ISH pianto IR –apertura A PATH del cammino AN del cielo. La pronuncia nasale sumera della A finale trasforma APATURA italiana in APATURAN, dove il cielo viene espresso con UR AN, Uranus latino (e antico nome sumero del Cielo –UR AN, accadico Anu, hurrita Ani).
L’importanza della parola ci viene confermata dalla festa:
apatouria, festa ionica e attica che durava tre giorni nel mese di ottobre, nella quale i figli dei cittadini venivano iscritti alle fratrie (sinonimo latino: gentes).
Avevamo visto IR IM ‘piangere pioggia’. La corrispondenza semantica sumero-latino poteva risultare casuale, dal momento che le sillabe espresse in cuneiforme sovrabbondano per ogni cuneo (ovvero: mentre la lettera della scrittura alfabetica indica al lettore un fonema preciso, la parola simboleggiata dai cunei viene dedotta dalle liste plurilingui senza possibilità di riscontro fonetico) [syntagma, che vedremo, indica ‘parole’, verba lat., inim sumero].
IM BER, gocciolare (ber) di pioggia (IM), dà già una conferma indubbia: IM sumera ha il sema pioggia, in latino come imber. [IM è anche il dio vento in sumero].
IR ISH ‘fine/inizio di pianto’ dà un significato ad Irish latina.
ISH TAR, inizio/fine di anima (ANI MA, ‘originata da Ani’), cioè vita/morte di anima, è anche ‘taglio di vita/morte’.
I colori della farfalla spiegano il significato: il nero è IR AN, che si può scrivere IRA (lat. ira), ‘pianto del Cielo’ [ed è il paleonimo dello Stato moderno].
Il bianco è il suo opposto, la fine. L’azzurro è il cielo riaperto.
Il Cielo AN è il protagonista centrale che lega le due frasi:
A PATH (UR) AN ‘apertore del cammino del cielo’;
AN IR ISH ‘fine del pianto del Cielo’.
Questa espressione ha forma simile ad AN TAR ISH. Abbiamo da fare un collegamento tra i nomi Antares e Pat Ur:
«Ci viene indicato che ai Babilonesi la loro 24ª costellazione, Hurru, di significato incerto, Antares era Ur-bat secondo un astrolabio scoperto nel palazzo di Sennacherib e tradotto da George Smith» (Richard Hinckley Allen, Star names, Dover, New York 1963, p. 366).
Poiché la b sumera viene letta p dai Hurriti, e la LCSS di UR PAT è PAT UR il seme PAT UR è in A PATUR A. A---A è inizio-fine del cielo.
HE PATH, ‘territorio del cielo’ ci è guida a Yazilikaya, rivelata come A PATH, ‘apertore del cammino’, come il suo compagno TE SH UP. Il suo numero d’ordine è il 43 perché il cammino del Sole (IT ER) di 20 (numero sumero cabalistico del Sole NIS, da cui DioNISo) è stato raddoppiato dalla sua unione con TE SH UP e triplicato dal suo parto di SH AR RU MA. 63 sono le divinità rappresentate nei graffiti del tempio di Yazilikaya.
La teonomasiologia di Irish trova nella farfalla Apatura Iris questi riscontri:
- le sillabe sono state costruite e composte consapevolmente dal sacerdote sumero. Il costruttore ha ragionato in modo religiosamente animistico. Riscontriamo casi IR ISH in tutti i regni della natura non per metafore sovrapposte in seguito, ma perché il teonomasiologo ha dato ordo < UR DU a tutto piramidando sul nome del dio;
- ‘piangere pioggia’ è oggi una espressione poetica che lascia dubbioso l’interlocutore; il modo di pensare del compositore antico è religioso e la sua espressione linguistica ha la parlata del ‘capo indiano’. Nessuno fa alieno il capo indiano perché parla così. Perché il sumero lo diventerebbe se così si fosse espresso?
- il frazionamento delle parole in sillabe permette di andar oltre (SYL BA LA, il Sole va oltre), a condizione che si riesca a leggere sillaba in SYL BA LA.
Carlo Forin
(Scritto il 15/02/04, con aggiunte del 31/07/15)