Spinus
Sondrio. Caccia libera ai cinghiali?
19 Aprile 2015
 

Talamona – I volontari del Gruppo Veg APS, alla luce delle recenti dichiarazioni dei vari comprensori di caccia, in particolare quello di Morbegno, in cui si punta ad una liberalizzazione della caccia a questi animali, si sentono in dovere di ribadire un no secco ad un allargamento della caccia.

Seguendo le finalità del nostro statuto ribadiamo la nostra contrarietà a tale pratica, visto che la caccia in Italia e quindi anche in provincia di Sondrio, è una pratica fin troppo diffusa, a discapito della contrarietà di oramai 4/5 della popolazione italiana ed allargarla rappresenterebbe un precedente pericoloso.

Come associazione ricordiamo che i cinghiali sono stati liberati proprio con l’intento di arrivare a questo risultato, quindi un cedimento rappresenterebbe magari la possibilità di aprire la caccia anche ad altre specie di animali, che potrebbero, loro malgrado, essere liberate nei nostri territori, come già accaduto per i cinghiali.

Circa i danni che arrecherebbero questi animali, alle colture agricole, l’unico metodo è quello delle recinzioni, anche elettrificate, cosicché siano una barriera sicura, oltretutto ciò rappresenterebbe un plus non solo per salvaguardare le colture dai cinghiali ma da tutti gli animali. Oltretutto molti agricoltori si lamentano per il fatto che sono proprio i cacciatori ad invadere i loro terreni, senza tanti complimenti, quindi le recinzioni aiuterebbero anche in tal senso.

Sulla pericolosità per le persone: si tratta perlopiù di una leggenda metropolitana, visto che i cinghiali non sono animali pericolosi né tantomeno aggrediscono l’uomo per capriccio; possono farlo se feriti e solo per legittima difesa, ma sono casi rarissimi. E basta invece leggere l’ultimo bollettino dell’Associazione Vittime della Caccia, per scoprire che solo nell’ultima stagione venatoria ci sono state almeno 88 vittime, di cui 22 morti e 66 feriti, di questi 4 morti e 21 feriti fra i civili, di cui anche 3 bambini. Peccato che questi dati non vengano molto diffusi ma si pensi quasi sempre e solamente a puntare il dito contro i cinghiali, che sarebbero l’origine di gran parte dei mali della nostra provincia.

Ma se andiamo a vedere la situazione generale, non solo nella nostra provincia, anni di abbattimenti non hanno portato ai risultati sperati, errare è umano ma perseverare con questi metodi è sbagliato.

Se andiamo a vedere la situazione nel Cantone Ginevra, dove la caccia è stata abolita da 40 anni, dopo un iniziale aumento della popolazione di alcune specie animali, ne è seguita un autoregolazione e tutti sono concordi nel ritenere che in un ambiente naturale, intervenire in modo così invasivo come con la caccia, spesso porta ai risultati opposti perché si squilibra completamente un ambiente che, nei suoi se e nei suoi ma, ha trovato un equilibrio, seppure precario, sempre più naturale dell’artificiosità della caccia e degli abbattimenti vari. Con la caccia gli animali istintivamente si sentono minacciati e tendono a mangiare di più e a riprodursi in modo incontrollato, visto che la loro specie è pesantemente minacciata; non è un comportamento solo animale, anche noi esseri umani lo faremmo se fossimo minacciati in questo modo.

Pertanto occorre mettere un freno alla liberalizzazione degli abbattimenti, la nostra bellissima valle vuole essere nota per gli splendidi scenari naturali e non per essere una valle dell’allegra, solo per qualcuno, caccia e provare ad usare metodi di contenimento diverso, oltre alla già citate reti: sterilizzazione chimica, foraggiamento dissuasivo, campi coltivati a perdere, recinti odorosi, reti di protezione, segnaletica stradale, dispositivi ottici riflettenti ecc.

 

Gruppo VEG aps

 

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