“Fumo nero, più nero/ sale alto, più alto./ Una moderna sindone in terra/ Sacrilega, infame/
Non riesce a coprire mai/ Una volta/ Questa civiltà decapitata.
Ancora la guerra/ Santa, giusta, fratricida./ Troppe volte.
Maledetto il giorno in cui l’uomo/ Scoprì il ferro”.
Vincenzo Rende
Eppoi tra le letture ti arriva tra le mani Notturni di Vincenzo Rende e ti fermi. Inforchi gli occhiali, cerchi un po’ di ombra nella luce artificiale dell’inverno del tuo animo, e giri le pagine, e poi torni indietro e torni a rigirarle. È così che questo libello è stato con me, dalla sera che l’autore me l’ha donato, dopo che aveva accompagnato con la sua magica chitarra e la sua bella voce le poesie di un caro amico attore, inserendosi in quei versi come il vento passa sotto la gonna delle donne, quasi senza farsi accorgere, ma balzando le gambe delle stesse.
Descriverlo originale e intimo, sarebbe povero, ha gradi più forti. 13% dice lo stesso Vincenzo in copertina.
Composto in proprio (correttrice di bozze Lara Cerutti) il libello dalla copertina nera – costituito di tre sezioni: ‘Atomi’, ‘Presenze, Assenze’, e ‘Favole punk’, contiene diverse parti, descritte in Scaleno: a sinistra le foto in bianco e nero: il posacenere e il piatto con i mozziconi di sigarette, e non se ne vedono più così tante! la fila degli alcolici forti come nei film notturni, la sua chitarra che corteggia una lampada, o che rimane solitaria in silenzio, una finestra aperta sui tetti di Pavia e lo sfondo del Ticino con il Ponte storico, la tavola antica apparecchiata con un coperto, i fotogrammi dello stesso autore seduto a pensarsi o in concerto a cantare, il quadro di un veliero e le foto ricordo della famiglia e dell’amato fratello...
L’osso risuona il vero
Il pensiero è appeso.
Sono ancora qui.
In mezzo alle immagini le sue poesie, i suoi pensieri, le sue favole, le sue parole sulla vita: C’è il senso della vita in Pane, il gioco dell’esistenza in Infelicittà, la disperazione in Un canto, la natura che ci parla in Nessun dorma, i suoi tributi in Dylan Thomas & blues, l’esserci in Senza e in Bolle di sapone: Solo un poco di acqua e sapone per un pomeriggio migliore, l’autunno della vita in Ti ho visto. I suoi ricordi sono da leggere nel proprio silenzio, perché sanno smuovere anche i nostri: Nella stanza accanto/ in un angolo/ Impolverati, stanchi/ I miei vecchi sogni. E l’amore veramente vissuto: L’odore di un bacio può durare minuto/ Ma anche tutto un giorno/ Per poi tramontare. E forse a sdrammatizzare il tutto, o a renderlo ancora più drammatico, il finale con le micidiali Favole Punk: ‘Conobbi un tale che non ha mai avuto una macchina. Chiesi: - Come fai senza un’automobile? MA?... Rispose: - Se avessi i soldi comprerei una pompa di benzina’. A bocca aperta!
Notturni di Vincenzo Rende è distribuito presso Osteria Letteraria Sottovento, in Via Siro Comi a Pavia
Barbarah Guglielmana