Certi silenzi fanno paura. E certi periodi dell’anno si sono rivelati, nel tempo, particolarmente pericolosi. Fanno testo i tanti fattacci accaduti nell’afa di agosto e sotto la neve all’alba o nel periodo natalizio, relativi alla discarica di Roncigliano nel Comune di Albano Laziale.
Si andrà per le spicce, ricordando solo che la situazione di detta discarica equivale a una bomba chimica pronta a esplodere, palleggiata con noncuranza da una manica di soggetti fuori di testa. Sì, siamo in piena follia, con alcune migliaia di tonnellate di percolati che si dipartono dall’ultimo invaso della serie e si disperdono in buona parte lungo percorsi ignoti, avvelenando sistematicamente tutto ciò che sfiorano e tutto ciò che penetrano. Un delitto che si perpetua giorno per giorno nella blindatura di una complicità criminale e nel piattume di una rassegnazione balorda, senza scusanti. E intanto ogni giorno che manda Dio si continuano a sversare tra riff e raff 500mila tonnellate di monnezza nella buca infernale, che trasuda veleni.
Prospettive? Chi vivrà, vedrà.
Un passo indietro. Il 20 gennaio 2012 si svolse in sordina il collaudo del secondo sub-lotto del settimo invaso, in seguito ad un esposto presentato dal No Inc, che mise in luce il gravissimo inquinamento delle falde acquifere sottostanti alla discarica e pozzi spia non a norma. E qui succede il pastrocchio. Partì una diffida nei confronti della Pontina Ambiente di Cerroni da parte della Provincia, che si perse negli uffici del Comune di Albano, e paradossalmente subito dopo la Regione firma il collaudo e la Provincia lo sottoscrive, mentre l’Arpa – leggi: Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – si dà per dispersa e l’Amministrazione latita.
D’allora tanta acqua marcescente è passata sotto i ponti, e incalcolabili quantità di rifiuti, tra cui rifiuti molto speciali, sono stati sversati in quel settimo invaso dichiarato dalle Autorità competenti assolutamente illegale già da quel dì, e ormai stracolmo. E non si sa cosa si stia macchinando per far fronte a una situazione perennemente emergenziale, che potrebbe legittimare ogni provvedimento, anche il più stolido e assassino, proprio come preventivamente calcolato e preordinato nelle semisfere altolocate, fatte per reggere a tutti i terremoti. Ma a tutto c’è un limite, l’importante è non arrivarci mai. Però, Madonna che silenzio…
Maria Lanciotti