Prodotti e confezioni [08-20]
Vetrina/ Giuseppina Rando. Piccola silloge senza dedica
(foto P. Garofalo)
(foto P. Garofalo) 
02 Dicembre 2014
 

Ossimori concettuali seguono

la tratta abissale della mente

dove il candore lunare

spegne rossi tramonti

e incolpevole si assolve

da materia dolente.

 

 

 

Agnosia fluente

 

 

Caduta lungo il fiume del tempo

mente ferita trascini tra foschie

 

in zona d’assenza ti fermi

e più non cerchi la mano.

 

Solo all’aria dilatata

concedi labbra eccitate

 

arse di candore lunare.

 

Sguardo di materia dolente

sorride al vuoto se voci

 

svegliano distanze racchiuse

nel silenzio di marosi

 

corpi amari di sale

gramolati sugli scogli

 

anelli neri di luce.

 

Tra le braccia complici

ancora róse da grida

 

oltraggi di avida madre

di natura sanguigna

 

ancora gemi tu davanti forme

di dissoluzione voraci

 

assolta la colpa scomparsa.

 

Tarda si adagia la parola

tra le macerie del crollo

 

vacilla il passo ogni passo

tutti a segnare un destino:

 

agnosia fluente

nell’abisso d’invisibili mari.

gennaio 2009

 

 

 

Addio lento

 

 

Non scende il sipario

sull’ombra dell’anima tua

che frana con il mio dolore.

 

Non scende il sipario

su quella fredda sera d’agosto

con le tue labbra umide di nulla.

 

Non scende il sipario

sui passi incerti che ti portano

tra frammenti di vetri aguzzi

 

né sulle le pareti bianche della mente

ove si disegnano fugaci ombre velate

di persone amate.

 

Dalle mattinate grigie e senza sole

filtrano tristezza e palpiti incessanti.

 

Addio lento come i battiti del mio cuore

addio alla fratellanza straziata dalla sorte

addio che prepara il giorno della morte.

 

3 ottobre 2010

 

 

 

Polvere d’amore

 

 

Sorella mia smaniosa smarrita

come l’acqua scivola la tua mente.

Si dissolve tra le labbra la parola

come l’acqua si dissolve tra le dita.

 

Nella casa in collina sorridi

ai rami del giardino in fiore

ai colori d’attrazione girevole

pronta a svanire nell’aria cilestrina.

 

Vivono per te soltanto i morti che

immoti danzano nella casa antica

 

al balcone fanno capolino

in attesa del cieco proceder tuo

sul selciato nella sera

di porpora affocata.

 

… non lenisce l’abbraccio

la pena del cuore mio

 

sposta lieve la fine

prima della fine.

 

Scivola il tempo con il lento tuo sparire.

 

Verso l’inesorabile volgere delle stagioni

m’accompagna polvere d’amore.

 

17 luglio 2012



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