Inaugurata il 16 ottobre, la mostra “Stahlwerk” - Personale di Sergius Fstöhler, fino al 29 novembre 2014, con orario da martedì a sabato 10-12 e 15-18.
A Sondrio, presso la Galleria Credito Valtellinese raddoppiata dalla sala espositiva presso il MVSA, con opere all’aperto nel cortile e nei giardini di Palazzo Sertoli-Salis.
Una panoramica della ricerca artistica di quest’autore, che «sulla lavorazione del ferro e dei metalli ha saputo creare una poetica».
Attraverso una semiologia fatta da forme e colore, si ottiene un immaginario fantastico in cui ogni fruitore dell’arte di Fstöhler viene invitato dalla forza della materia a compiere un viaggio nel linguaggio fantastico di ogni opera volta al simbolismo naturale e culturale di un territorio conosciuto e che offre spunti di rivelazione di misteri sconosciuti del fare artistico.
Linguaggio delle forme, chiodi come parole conficcate nello spirito liberatore e sognatore, quasi a sondare i confini di un razionalismo ormai autoreferenziale ed involuto per aprire nuovi tòpoi, luoghi della fantasia ancora inesplorati allo spirito di ricerca di un artista contemporaneo come Fstöhler. Decodificare questo linguaggio non è così semplice come può apparire a prima vista perchè il lavoro va valutato nel suo insieme. Ed è altresì un lavoro della materia sullo spirito, l’impronta che il ferro come materia primordiale lascia sul progressivo affinamento ed incivilimento autoeducativo dello spirito dell’artista, che man mano lavora sulla materia svolgendo un percorso la cui meta precisa è la propria vita di artista, il proprio pensiero sull’arte e sulla vita in generale congiungendo in essa l’immateriale Animus con la densa materia trattata...
Mille particolari ci colpiscono: le cuciture a mo' di ricamo in opere intitolate Doppio Paesaggio sono indicative della gentilezza d’animo dell’artista che addolcisce il materiale ferroso in un pensiero calibrato e poetico che si rivela anche nei titoli di tutte le altre opere. Dalla Luna nel Pozzo alla Pergola e a Passo al Museo Valtellinese di Storia ed arte (l’opera la Pergola è nel cortile di Palazzo Sassi), per non parlare del Bosco che si trova nelle Scuderie di Palazzo Sertoli, dei Nidi -dai più piccoli ai più grandi- che ci danno l’idea di poesie del ferro in perfetta armonia con lo spazio togliendo a questo materiale ogni spunto di aggressività per renderlo innocuo ed anzi atto alla miglior comprensione dell’uomo del suo vissuto e dell’ambiente sociale e culturale che lo attraversa. E cioè un progressivo percorso di pacificazione con la materia volto all’introspezione dialettica con l’ambiente naturale e culturale che si vuole rappresentare...
Caterina Falcone