Non sapendo neppure di essere per strada,
fino a che all’improvviso arriviamo là.
[Come lo riconosceremo?
Ci saranno merli, in una tarda sera di marzo,
foschia di fumo di legna, whiskey
[in magnifici bicchieri,
una poesia delle tue, in attesa di essere letta, e una delle mie;
una cagna meditabonda, un gatto materializzato
su un ginocchio. Tutte le paure del presente e del futuro
saranno finite, tutte le colpe perdonate.
Il paradiso, forse. O forse
possiamo spingerci sin là in questo mondo.
Io crederò che possiamo.
“Idyll”, di U.A. Fanthorpe, poeta inglese, 22 luglio 1929 – 28 aprile 2009, trad. Maria G. Di Rienzo. Il suo nome completo era Ursula Askham Fanthorpe.
(da Lunanuvola's, 6 settembre 2014)