Oblò cubano
Dissidente cubano Antúnez ripudia riforme di Castro in una lettera di sfida
Jorge Luis García Pérez, conosciuto come
Jorge Luis García Pérez, conosciuto come 'Antúnez' 
23 Agosto 2014
 

Il dissidente cubano Jorge Luis García Pérez, noto come Antúnez, mercoledì 20 agosto ha tacciato di «frode» le riforme del governo di Raúl Castro, in una missiva letta in collegamento telefonico con Miami, nella quale ha ribadito di temere per la sua vita.

«Non accetteremo questo cambiamento falso e cosmetico che state tramando», ha dichiarato Antúnez nella lettera di sfida indirizzata a Raúl Castro, da lui definito «dittatore e genocida», letta telefonicamente in occasione di una cerimonia a cui era presente la moglie del dissidente, anche lei attivista, Yris Pérez Aguilera.

«La Resistenza cubana non si aspetta né vuole riforme compiute dalla criminale tirannia cui lei è a capo. Le uniche riforme che accetteremo saranno quelle che, a partire dal suo rovesciamento o abbandono del potere, il popolo realizzerà dalle fondamenta», ha fatto sapere il dissidente, dichiarando che ci sia Castro dietro le vessazioni e le aggressioni subite nelle ultime settimane.

Antúnez, leader del Fronte Nazionale della Resistenza Interna Orlando Zapata Tamayo, dichiara di trovarsi agli arresti domiciliari in attesa di nuovo giudizio per “disobbedienza”, dopo essere stato in carcere dal 1990 al 2007.

Il governo di Raúl Castro porta avanti riforme per eliminare grandi alterazioni nell’economia e guadagnarsi investimenti esteri che l’unico paese comunista occidentale necessita con urgenza.

Cuba ha bisogno di «un sistema democratico in cui prevalga un’economia di mercato» ha fatto presente Antúnez, rifiutando qualsiasi negoziazione con «la dittatura».

Antúnez ha anche accusato Castro di aver «fatto assassinare» il dissidente Oswaldo Payá, deceduto nel luglio del 2012 quando l’auto su cui viaggiava uscì di strada a Cuba.

La giustizia cubana processò il conducente, il giovane politico spagnolo Ángel Carromero, per omicidio colposo, ma dal momento del suo rimpatrio in Spagna per lo sconto della pena, questo avrebbe denunciato di essere stato urtato da un mezzo della polizia segreta.

Antúnez ha affermato che né le persecuzioni né «l’evidente minaccia di essere assassinato» gli faranno abbandonare la lotta, nella missiva firmata: «da Placetas, nel centro di Cuba, Jorge Luis García Pérez Antúnez, che non tace e non se ne va da Cuba».

«La vita di mio marito è in pericolo. Se era in pericolo ieri, oggi lo è ancora di più a causa di questa lettera indirizzata al signor dittatore», ha dichiarato alla AFP Pérez Aguilera, da un mese negli Stati Uniti, dove si è riunita con i congressisti per denunciare gli attacchi ad Antúnez.

Pérez Aguilera, presidentessa del Movimento Femminile per i Diritti Civili Rosa Parks, ha annunciato che rientrerà a Cuba il 30 agosto. «So il rischio che corro. Ma la libertà ha un prezzo», ha aggiunto.

 

Juan Tamayo

(da El Nuevo Herald, Miami, 20 agosto 2014)

Traduzione di Silvia Bertoli


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