R-esisto
R-esisto
in un posto così
quasi mai mi piace
ma succede che io
dimori la vita com'è
Passeggio
tra noia e luce
di un luogo sospeso
per estate
in giro nessuno
Il semaforo
alterna colori
vuoti di colori
non visti
Il pane è chiuso
le cose semplici
se ne vanno
per essere
sentiti rimpianti
Sole o pioggia
torno dal mercato
imbandisco un tavolo
di sale vino
acqua che sciacqua
Tutti partiti
a cercare
ciò che non sanno
storditi di inizi
vecchi dolcetti scartati
Di solito già succhiati
Federica Bonzi
R-esisto: significativa. Non dice “sono” ma “esisto”: l'esistere è un esser scagliati, gettati nel mondo. Che senso dare alla vita per essere? È ciò che si chiede Federica Bonzi, una riflessione sulla cruda realtà dove vige l'Horror Vacui. Temi che mi sono congeniali. Ha un senso la vita? se l'ha avuto, ora dove si è nascosto? Tutto un ripetersi insulso in un Vuoto terribile e angosciante dove noi dobbiamo inventarci come vivere quel pezzo di blu crollato o che abbiamo sperato... ma non c è forse mai stato, o perduto: tutto sotto le macerie del nihil, del Nulla, assurdo Vuoto… Non c 'è alcuna garanzia dell'Aldilà, di una provvidenza, non c'è alcuna astuzia della ragione che muove la storia. Il pane, il vino e il sale... intatti, non dati, non spezzati, non condivisi in una vita senza valori, non ci crediamo più: crollo metafisico prima che psicologico. Amarezza e disperazione lacerante e riattacca la domanda senza posa: dare un senso al vivere -Ma lo ha, lo ha mai avuto?- Deserto, periferica esistenza di ognuno di noi. Simbolismo crudo, ricorrente... ma l'acqua del Giordano non ci purifica più... oltre il limite ora c'è solo nulla, il ripetersi dell'uguale, dolcezze scadute, occhi privi di idee, di luce... deserto, solo deserto. Un lontano ricordo delle mani che spezzano il pane della vita, cospargono il sale e c'è un motivo per darci da fare, per cercare oltre il Nulla o senza cadere nel baratro... Icastica, cruda, vera, triste, crudele... ma è così... ripetizione insulsa. Ha senso la vita? No, inutile cercare il significato ne mare degli stereotipi... e Essere nell’Esser-ci? Davanti ad uno specchio, vediamo consumarsi i giorni senza sale! Spettatori di una commedia che lacera, esistere è r-esistere e l'Essere? Noi testimoni, Martiri significa testimoniare invero di un tempo sterile, arido.. Non si scrivono più poemi infatti... non più armi e gesta ma paradisi perduti di ombre, senza toni rosa ma un alternarsi più di buio che di luce: il verbo qua che la fa da padrone è vagare come ciechi: dentro. Altro che poesia e filosofia da trito e ritrito umanesimo retorico ove uscivano tutti i parti della mente di Atena o Minerva, partenogenesi della mente, di tutto punto vestiti. Qui è dolore, mischiarsi con le fervide e stimolanti bassure dell’esperienza, dell’esistenza. (Enrico Marco Cipollini)