Diario di bordo
WWF. Si parla di energie pulite 
Due interessanti interventi a Cosio Valtellino
08 Luglio 2014
 

Quando, pochi anni fa, la “mobilitazione popolare” attraverso associazioni, comitati, gruppi spontanei... provava a frenare l'assalto ai superstiti corsi d'acqua per evitare lo sfruttamento idroelettrico, nel comune di Cosio Valtellino il “termometro agitativo” segnava ZERO ASSOLUTO!!!

Nulla da dire, dichiarare, protestare...

Or ora, all'improvviso, la frazione di Regoledo si trova interessata a ben due progetti per la costruzioni di centraline al fine di produrre energia elettrica; uno già in fase di realizzazione per lo sfruttamento del rilascio sul “canale di restituzione” della centrale ENEL e un altro in fase di “preparazione”. Trattasi di un impianto di Cogenerazione a biomasse per la produzione di energia elettrica e di calore utilizzabile per il riscaldamento che verrà costruito nella zona artigianale, ad ovest del cimitero e in prossimità della centrale ENEL.

L'impianto in progetto rappresenta un'occasione che ha il comune di Cosio Valtellino per offrire il suo contributo al miglioramento ambientale della qualità della vita, anche dei propri cittadini. L'allacciamento delle utenze domestiche e produttive alla rete di cogenerazione, una volta in funzione, produrrà una minor quantità di gas velenosi che verrà immessa nell'atmosfera, con evidenti benefici per la qualità dell'aria che in Valtellina è inquinata, come primo fattore percentuale, dalla combustione di materiali legnosi per il riscaldamento invernale (dati ARPA). Nello stesso tempo al Comune verrà riconosciuto un canone «pari a circa il 5% dei “ricavi” derivati dalla cessione del calore alle utenze allacciate nell'ambito comunale» (art. 4 della Convenzione SEM-Comune Cosio V.).

La Relazione tecnica, del gennaio 2014, predisposta dall'ing. G. Bertolini, ipotizza un canone di 63.000 euro l'anno, una somma non irrilevante in questi tempi grami per le finanze degli enti locali.

Sostiene Bertolini che «L’impianto sarà alimentato prevalentemente con cippato di legno ma potrà bruciare anche segatura, ramaglie, cortecce, scarti di potatura nelle miscele predefinite. Il combustibile sarà stoccato all'interno del capannone a fianco della sala macchine...» E che, per quanto riguarda l'immediato e un imprecisato breve periodo, «Per [...] l'approvvigionamento della componente di biomassa attinente alla tipologia “segatura e corteccia di legno" ci si è rivolti alle segherie della zona limitandosi a considerare come "bacino" di raccolta la Bassa e Media Valtellina da Delebio alle porte di Sondrio, con distanze di trasporto contenute in un raggio di 30 km e quindi con contenuti costi di trasporto del materiale per sua natura "povero" e di conseguenza per il quale la componente "trasporto" gioca un ruolo importante sul prezzo finale franco impianto».

Altrettanto rassicuranti le procedure previste per l'abbattimento e il “ripulimento” dei fumi della combustione, emessi da un camino di una quindicina di metri, che potrebbero contenere ossidi di azoto, monossido di carbonio, anidride solforosa, polvere sottili... grazie anche all'operato del famoso Multiciclone, che sembra la marca di un aspirapolvere casalingo, ed invece è un congegno per l'abbattimento e la purificazione di polveri e gas.

Solo un paio di notazioni finali che si rifanno al principio di precauzione: innanzi tutto quella dell'ARPA Lombardia (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente), del 19/3/2014, pratica 2014.12.85.5:

Relativamente alla provenienza della biomassa combustibile... si esprimono delle perplessità circa l'approvvigionamento, in considerazione anche del proliferare nella provincia di Sondrio di impianti che utilizzano la medesima tipologia di combustibile. Risulta infatti che è sempre più frequente l'approvvigionamento esterno ai confini provinciali delle biomasse, con conseguente aumento del trasporto su gomma e conseguente aggravio dell'impatto ambientale.

Per quanto riguarda invece la localizzazione dell'impianto, pur riponendo la massima fiducia sul multiciclone e su tutte le altre strategie previste per evitare al massimo le emissioni nocive, non sarebbe stato possibile reperire un'altra zona, meno prossima al centro abitato e comunque non così vicina a numerose abitazioni, dando comunque per scontato che l'impianto funzioni a meraviglia e non si verifichino fughe di fumi, polveri sottili o altro?

 

William Vaninetti

presidente WWF Valtellina Valchiavenna


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