Dialogo Tf
Gianfranco Cordě. Il fattore “T”
29 Giugno 2014
 

Il Vinavil. Il fattore “T”, necessario e sufficiente per far sì che questo New Realism (da adesso in poi N.R.) conclami il proprio peso specifico nel mondo è esattamente Jürgen Habermas (foto). Il filosofo tedesco, in quanto Vinavil della comunicazione (oltre che della distinzione tra fatti e valori) si presenta come una specie di attaccante o attaccatutto. Perché? Intanto Habermas attacca l’Unione Europea e attacca “tutto” lo steccato all’interno del quale fatti e valori erano stati recintati. Perché? In quanto Vinavil: Habermas incolla i fatti (e pochissime interpretazioni). Poche interpretazioni sono adesso consentite dopo l’uscita del volume Bentornata Realtà (Einaudi, 2012). Massimo Recalcati ha infatti affermato che ogni interpretazione è quasi un luogo comune, un isola che non c’è: un utopia de-realizzata; un ipotesi non verificata. Qualcosa come l’Ircocervo rispetto al Sarchiapone abbastanza simile al Blitiri nei confronti dello Yeti. Bentornata Realtà è solamente un libro di studio, un manuale. Non siamo di fronte ad un volume che cambia la storia della filosofia: ma ad un contributo che però la definisce e la blocca. Le fa cambiare strada: dal Postmodernismo (da adesso in poi P.M.) all’N.R. – oppure meglio ancora: dall’analisi centrata sulle interpretazioni consentite a quella inopinatamente calibrata e fatta ruotare sull’inemendabile. Ma il Vinavil ha fatto ripubblicare Fatti e Valori (sempre con Feltrinelli). La Casa Editrice milanese, dunque, ha fornito il collante. Rispetto ai fatti – con il Vinavil – si è col-legata qualche interpretazione. Consentita dalla sfera dei cinque sensi.

Dunque N.R. a questo punto vuol dire: Maurizio Ferraris più alcuni contributi importanti. Ma se i fatti non sono che inemendabile non-interpretazione e se i valori attengono all’etica, non rimane che sviscerare il rapporto tra la filosofia morale e l’ontologia. «T». Questo fattore è sempre Jürgen Habermas, naturalmente. Che dunque diventa non più Vinavil (cioè colla che tiene assieme i fatti inemendabili e qualche interpretazione consentita dalla sfera dei cinque sensi) ma anche il legame tra fatti e valori e quindi tra realtà e persona. In definitiva: Maurizio Ferraris ha di fronte due strade davanti a sé: o globalizzare ancora di più la realtà oppure occuparsi di Michel Foucault. Perché Foucault è stato appena pubblicato dalla Feltrinelli. E quindi costituisce, in termini biopolitici: la continuazione esatta del discorso interrotto (la dialettica fatto-interpretazione) dall’avvento del virtuale e quindi della decostruzione dell’universo sensibile. Insomma questo N.R. si trova di fronte, adesso, alla sfida tra Habermas e Recalcati.

 

Gianfranco Cordì



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