Il 24 a Monza ho preso parte su invito dell'Anpi locale a un intenso pomeriggio di discussione e riflessione sulla grande esperienza della Resistenza deportazione e antifascismo della città e della Brianza, nella sede di una mostra appunto dedicata alla Brianza partigiana, in un edificio dove stava la Gioventù del Littorio e che è stato recuperato rispettandone la struttura tipicamente di architettura razionalista, secondo il gusto del regime, molto ampia e articolata, sicché è stato possibile negli spazi collocare un urban center assai ampio e dotato di varie strutture adatte per mostre spettacoli teatrali dibattiti seminari, insomma un vero centro per la cultura politica e sociale, un esempio come ve ne sono già parecchi e forse stanno in parte notevole avviandosi, mentre in tutta Europa è in corso una valutazione appunto dell'architettura e politica urbanistica del periodo razionalista, un importante capitolo della storia dell'arte europea, che fa fare i conti anche col fatto che tale moda è andata d'accordo per lo più con regimi illiberali, ma ha prodotto opere di assai notevole livello: ne sappiamo qualcosa a Bolzano dove è in corso uno scempio invece mal pensato, proprio nel mezzo di una delle più grandi realizzazioni di quel tipo, (di Piacentini) cioè la città di Bolzano nella parte nuova, di là dal torrente Talvera che la divide.
Bella iniziativa, benissimo composta, pubblico attento numeroso partecipe, insomma una bella cosa seguita per intero anche dal Sindaco che è pure intervenuto. Il 25 aprile non poteva incominciare meglio di così. La serata continua a cena nel parco e si discute della sua non adeguata conservazione e dello scempio che in esso, il più grande parco pubblico d'Europa, fa l'autodromo ecc. Cena ottima. Dormo a casa di una compagna che già mi aveva ospitato lo scorso anno, una stanza con bagno in una vecchia bellissima casa che affaccia su una piazzetta tranquilla e silenziosa. Dormo come un sacco di patate, perché l'indomani ho una specie di tour de force, dovendo parlare in piazza a Monza per la celebrazione ufficiale e poi andare a rotta di collo al treno per raggiungere da Milano Verona entro le 14, dato che sono tra i primi interventi previsti in Arena. Il corteo non si muove mai, ci sono problemi di etichetta tra i vari partecipanti, quasi tutti militari di alto grado che passano avanti all'Anpi e ovviamente a me, che sono una perfetta sconosciuta priva di gradi. Quando la manifestazione comincia, con mio grande stupore e sconcerto è una processione a tutti i possibili monumenti alle varie guerre e a tutti i caduti possibili e a ogni tappa un monsignore dice una parte di messa e poi fa una predica sull'amor di patria, per i caduti di tutte le guerre ecc. ecc. Sto bene attenta e noto che la parola Resistenza, come libertà liberazione antifascismo partigiani non viene mai detta una volta. Sono indignata e ostentatamente con le mani in tasca non rispondo nemmeno amen! come invece fanno tutti. Il mio tempo si riduce infine a dieci minuti nei quali riesco a dire che l'Italia è uno stato laico e che della nostra Costituzione cambierei solo l'art. 7 e il Concordato. Prima di questo bello scherzo ci eravamo ritrovati pochi in un angolo a mettere fiori sulle tombe dei partigiani, senza che nemmeno una autorità si sia degnata di starci: una cosa intollerabile. Non riesco a capire come possa succedere. Metto questo racconto con le altre notizie infauste, le parole di Napolitano soprattutto, e mi dico che davvero adesso come un tempo sopra l'Italia intera soffia il vento e infuria la bufera. A Monza c'è un centro sociale molto attivo: possibile che non sia mai venuto in mente a nessuno di loro di portare al corteo uno striscione con scritto “Viva la Resistenza?”. Non ci vorrebbe poi un gran coraggio.
Lidia Menapace