Diario di bordo
Martina Simonini. Obbedienza civile 
Per reagire all'illegalità delle bollette e ad amministratori 'distratti'
05 Aprile 2014
 

Sulle riforme costituzionali la penso come Rodotà e Zagrebelsky e chi ha affermato che non tutte le generazioni hanno il fisico per affrontarle…

Ieri, quattro aprile 2014 è andato in scena uno degli ultimi (forse l’ultimo) consiglio provinciale tra critiche a Delrio, contestazioni, polemiche e striscioni.

Questo clima ha fatto sì che l’argomento principe all’ordine del giorno sia passato un po’ in secondo piano. Eppure si tratta di un argomento rilevantissimo: s’è approvato il Piano d’Ambito per la gestione del Servizio Idrico Integrato e quindi anche il piano tariffario.

Ho provato in tutti i modi a riportare l’attenzione sull’argomento, anche con la presentazione di una mozione, ma il consiglio provinciale m’è sembrato refrattario a volerne discutere. A parte l’intervento dell’assessore competente (Severino De Stefani) contrario alla mozione, nessun altro intervento. I residenti nei 78 comuni della provincia di Sondrio sappiano che dal 2014 pagheranno 0,99 € per metro cubo d’acqua consumata. Nessuna discussione sul non rispetto del referendum, nessuna discussione sul fatto che altre province abbiano contestato le delibere dell’Autorità dell’Energia e del Gas competente per la definizione del metodo tariffario. Su la mano, giù la mano: il piano è stato approvato a larghissima maggioranza.

A nulla è valso il mio richiamo alla profonda ingiustizia prevista nel piano per cui l’acqua viene trattata come un’utenza qualsiasi; se non la paghi te la taglio e se vuoi puoi rifornirti alle fontane pubbliche. Una cosa da medio-evo.

A costo di tediarvi, vi riporto cosa proponevo nella mozione respinta:

«Il Consiglio provinciale…. (omissis)

Impegna il presidente e la giunta provinciale:

1. a perseguire il principio di interdizione al profitto sui sistemi idrici ed igienico sanitari;

2. a sostenere tale principio in sede di conferenza dei sindaci, chiedendo l’eliminazione dai piani tariffari delle voci di remunerazione dei capitali investiti, comunque essi vengano espressi;

3. a non prevaricare il Consiglio provinciale rispetto alle linee guida e di indirizzo a cui l’Azienda deve attenersi nell’esercizio delle sue funzioni;

4. ad informare la cittadinanza, attivando le forme di partecipazione delle associazioni dei consumatori;

5. a segnalare all’AEEG che la deliberazione n. 643/2013 rappresenta, in alcuni suoi aspetti, una grave lesione dell’ordinamento democratico che va decisamente respinta;

6. a far introdurre nel regolamento del servizio (punto 3.9 dell’allegato alla delib. del Consiglio provinciale n. 34/2013) norme rispettose dell’art. 1460 del Codice Civile giacché la sospensione della fornitura del servizio non può ritenersi rimedio proporzionato al mancato pagamento di fatture recapitate all’utente, introducendo invece il concetto della riduzione del servizio nei limiti sufficienti a garantire gli usi essenziali».

Venti consiglieri presenti e votanti: un solo voto favorevole oltre al mio; due astenuti, sedici contrari. La mozione è respinta.

Lascio a voi ogni considerazione in merito…

Dal canto mio credo che occorrerà considerare seriamente di attivarsi, come succede in altre province, per l’autoriduzione delle bollette. Digitando in internet “autoriduzione delle bollette acqua” troverete ampia casistica di quella che viene definita “obbedienza civile”.

 

Martina Simonini

(per 'l Gazetin, aprile 2014)


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