Siccome siamo un circolo culturale che soprattutto fa teatro, ogni tanto sosteniamo le nostre ragioni in modo teatrale. Prendo parte con passione al linguaggio così composito e complesso del teatro. Sicché questa mattina, partendo dalla sede del Circolo, sotto prossimo sfratto, come ho già raccontato, vestiti con neri mantelli e i visi coperti da maschere orribili, tipo i Krampus di tirolese usanza, siamo andati come in processione davanti al palazzo della Provincia autonoma, traversando la città al grido dello slogan “La Comune, bene comune” e “Il popolo dell'arte del far ridere, piange” fermandoci più volte a cantare una canzoncina sulle nostre traversie che Elisa ha scritto sulla musica di un canto che sta in Biancaneve (il riciclo è ecologico anche nella cultura, l'originalità a ogni costo spesso non dà frutti), suscitando atteggiamenti benevoli curiosi interessati: siamo stati/e fotografati/e mille volte. Alla Provincia e poi al Comune abbiamo consegnato i nostri comunicati e le firme raccolte tra il nostro pubblico.
Bolzano è una città piuttosto seriosa e non rumorosa, ma in questi giorni è sotto il colpo dei ricchi emolumenti dei consiglieri che hanno suscitato una tale rabbia nella popolazione di lingua tedesca che addirittura i consiglieri che hanno votato a favore degli emolumenti d'oro, quando si presentano in un bar si vedono rifiutare anche una tazzina di caffé. Sono sottoposti a vilipendio e manifestazioni urlanti sotto il palazzo della provincia autonoma. Si chiedono dimissioni in massa e ripetizione delle elezioni.
Non voglio esagerare, ma mi confermo nell'opinione che molte volte l'impossibilità di agire dipende soprattutto dal fatto che nessuno prende l'iniziativa. Se poi si riesce a prenderla in modo scanzonato e irridente, con fantasia, e coraggio civile, sembra che la popolazione apprezzi.
Lidia Menapace