Dobbiamo essere grati al Presidente del Senato per aver dissipato dallo scranno più alto di palazzo Madama il dubbio sul fatto che il Senato faccia parte dello Stato-apparato (e, quindi, possa costituirsi in giudizio autonomamente rispetto alla Presidenza del consiglio).
Si tratta di un dubbio che, per la verità, non ha mai sfiorato i radicali: in tempi non sospetti abbiamo sostenuto che le Camere del Parlamento sono sottoposte alle stesse regole di tutte le pubbliche amministrazioni dello Stato italiano. A dire il vero, è una posizione che finora vede contrario proprio il Senato, che presieduto da Schifani si è costituito in Cassazione e presieduto da Grasso s’è costituito in Corte costituzionale a difesa dell’autodichia, che quel dubbio nega in radice.
Non resta che auspicare una maggiore consequenzialità, nei comportamenti della Presidenza del Senato, revocando il mandato a costituirsi dinanzi alla Corte costituzionale nella vicenda aperta dall’ordinanza n. 10400 della Corte di cassazione: se il senatore Grasso vuol dimostrare di saper agire “in piena autonomia e indipendenza”, metta da parte le convenienze delle strutture burocratiche degli organi costituzionali e ne affermi, inconfutabilmente, la sottoposizione alla legge.
Rita Bernardini e Irene Testa*
(dal Blog di Rita Bernardini, 7 febbraio 2014)
* Coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca.