Roma, 19 – IV – 1922
Alla signorina Mary Ottolenghi o chi per essa.
Trovandomi a cena da Barilli mando a tutti i più vivi ringraziamenti e un monte d’auguri sebbene in ritardo. Ho visto la professoressa d’italiano! Anzi mi è corsa appresso su per la scala di Trinità dei Monti mentre andavo alla Ronda per domandarmi il perché a San Remo non la salutassi. L’ho condotta alla Ronda dove è rimasta alcuni minuti imbarazzatissima. Io sempre feroce, non c’è bisogno di dirlo. L’ho incaricata di fare tanti saluti a lei e a quelli della sua famiglia ma che non farà, ne sono certo. Le domandi, facendo finta di nulla, se mi ha visto. Qui non si vedono che studenti e studentesse in maglietta. È una stagione goliardica, sportiva e piovosa. Speriamo che tutto ciò finirà presto. Addio di nuovo.
Vede che scrivo in fretta ed è venuta una lettera piena di sgorbi. La metta nel suo museo di famiglia, nella camera o stanziolina delle scarpe vecchie.
Suo inalterabile e affezionatissimo
V. Cardarelli
8 – segue