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Forum/ Leonardo Manetti. Cosa significa fare poesia oggi?
31 Gennaio 2014
 

Anche se non mi sento un vero poeta mi piace scrivere piccoli pensieri dettati dal cuore, e per questo voglio approfondire, sperando di suscitare una discussione aperta, cosa significa scrivere poesia oggi. Per comodità si dice Poeta ma a me piace di più definirmi una persona con una sensibilità speciale come dice una mia amica poetessa. Le mie riflessioni e considerazioni di seguito sulla poesia, non hanno la presunzione di essere una verità assoluta, ma ricercando come e perché è nata, voglio cercare di capire come oggi potrebbe essere una poesia al passo con i tempi e descrivere com’è la poesia che io cerco e voglio fare.

Inizio con alcune domande che mi passano per la mente e alle quali cercherò di dare una risposta. Chi è un poeta? Vogliamo un approccio solo accademico e teorico sulla poesia, o una riflessione più vera? La poesia deve essere libera o soggetta a regole? Si devono ancora applicare la metrica, l’endecasillabo e i vari tipi di rima? Come si fa ad avvicinare la gente alla poesia? L’Arte e la poesia sono emozioni, però sembra che ci sia bisogno di un intellettuale critico per dire se un’opera va bene, ma il pubblico non è il critico migliore?

La poesia nasce dai nostri antenati primitivi per essere cantata e ballata. In Italia per la poesia scritta si deve aspettare dopo il mille, e sembra che il primo poeta sia stato Francesco D’Assisi, il Santo. Ma prima della poesia scritta in Italiano, e nelle altre lingue, c’era stata quella scritta in latino, e prima ancora in greco. Intorno al Novecento si abbandonano la metrica e la rima, per scrivere in versi liberi mantenendo una disciplina propria del poeta. Chi scrive ancora con la metrica e la rima lo fa solo per ricordare il glorioso passato. Tutti gli aspetti della vita sono mutati e progrediti con il passare del tempo continuamente, come gli abiti, gli strumenti di lavoro, i mezzi di locomozione, i modi di vivere, e così è avvenuto per la poesia. Se si ripercorre la sua storia varie realtà poetiche si sono succedute, e questo testimonia il fatto che non ci può essere un unico modo riconosciuto di fare poesia.

La poesia è un’attività creativa del pensiero che produce quell’energia primordiale del bello che la mente umana sviluppa e realizza, avvalendosi dell’estetica e dell’armonia. Le parole escono dall’inconscio in determinate circostanze, stati d’animo o accadimenti e sono un’energia spirituale del prodotto dell’anima. Nasce con lo scopo di raccontare le storie di un popolo dal punto di vista dei valori (onore, gloria, amore, rispetto) e ricordare alle persone fatti, vicende e avvenimenti importanti. La poesia è intrinsecamente musica, e riesce a trasmettere emozioni e stati d’animo in maniera più suggestiva e solenne della prosa. In maniera semplice possiamo dire che gli elementi principali della poesia sono: la divisione di un testo in versi (andare a capo), ritmo (andamento musicale con variazione di intensità), brevità di periodi ben allineati e la ricchezza del significato delle parole usate. L’interpretazione del testo di una poesia è focalizzata non solo sul suo significato ma anche sul modo in cui questo è espresso e organizzato, in altre parole sulla dialettica tra forma e contenuto.

La rima è un artifizio per dare ritmo alla poesia, come la lunghezza dei versi e la disposizione degli accenti, infatti quando la scrittura e la lettura era usata da pochi si usava la metrica e la rima perché aiutava a memorizzare, e quindi dobbiamo accettare il verso libero. E poi i suoni ritmici presenti in natura, il tamburellare delle gocce di pioggia, lo scrosciare di un ruscello, il canto degli uccelli, ripresi dagli strumenti a percussioni anche presso le culture primitive non seguono regole precise. La libertà dei poeti del verso libero è solo apparente, in realtà comporta degli schemi segreti ben precisi, ogni poeta sceglie le parole da usare, da un certo ritmo e cadenza alle sue poesie, al punto che molti poeti sono diventati tecnici della parola. E qui si è aperto un nuovo problema, la ricerca della parola per molti è diventata un’ossessione che li porta ad essere troppo sofisticati, e sembra che la bravura maggiore stia nell’accostare frasi e parole, tanto che i sentimenti comunicati e le emozioni non sembrano vere. Cosi facendo si perde la sinfonia della poesia e i suoni diventano sconnessi. Molte volte l’arte in generale è diventata troppo sofisticata e lontana dalla verità e dalla natura. Nel passato alcuni artisti, per essere davvero originali e cominciare da capo, si sono allontanati dalla civiltà e sono andati a visitare popoli più poveri, dove gli artisti e la gente più vicina a quella primitiva ancora non erano stati influenzati dalla troppa cultura e dalle troppe mode. Dove c’è poesia, c’è l’uomo e la natura insieme. Una simbiosi che si esprime in parole libere e sincere per una poesia autentica, emotiva e commovente.

La poesia di oggi, io cerco di fare questo anche se forse non ci riesco, per me dovrebbe essere una creazione artistica dell’uomo ispirata dai suoi pensieri e dalle emozioni per dire quello che sente e pensa profondamente, senza un pensiero razionale ma in modo denso e penetrante. Una manifestazione del mondo interiore del poeta e il senso delle sue esperienze emotive, psicologiche, fantastiche e memoriali. I temi sono illimitati, poiché ogni esperienza dell’uomo suscita emozioni, sentimenti e riflessioni. Varietà di temi ma anche di forme e soluzioni espressive, una elaborazione del linguaggio sfruttando la possibilità della lingua di dare vita a immagini e figure. Ma il differente ambiente politico e sociale di ogni poeta, il fatto cioè che ognuno vive una realtà diversa, deve determinare significativi cambiamenti di scrittura tra i poeti. La purezza, la semplicità e l’originalità delle origini poetiche, ottenute raggiungendo una stato di grazia, una ricerca della parola non troppo accentuata e l’influenza di più stili poetici, potrebbe riportare le persone a leggere la poesia. Secondo me servono poesie semplicissime che sembrano un incanto, parole ingenue e popolari che toccano il cuore e la realtà della gente comune. La sincerità delle parole può far coinvolgere e commuovere, suscitando simpatia e adesione come succede quando si parla ai bambini, loro ti ascoltano solo se sei vero. Le persone rimangano estasiate, sedotte e affascinate dalla bellezza di una poesia, se è dolce, soave, pura, vera e commuove. Il giudizio personale e soggettivo delle persone comuni è sicuramente più schietto di quello degli addetti ai lavori. Inoltre penso che per qualsiasi artista ma anche persona nella vita di tutti i giorni, anche per chi copre cariche importanti, è importante ritrovare quel fondo fanciullesco aperto alla meraviglia del mondo, che ancora fa sognare e che un balocco diverte, questo non è sinonimo di immaturità ma di genialità.

 

www.leonardomanetti.it

Leonardo Manetti

(da 'l Gazetin, gennaio 2014)


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