Lisistrata
Lidia Menapace. L’è ‘l dì di mort, alègher!
17 Novembre 2013
 

Allegria! è il giorno dei morti! Popolare versione del motto epicureo: aver paura della morte è stupido, perché fino a che ci siamo noi, lei non c’è, e quando c’è lei, non ci siamo più noi: di che aver paura? allegria dunque!

La morte è un evento naturale, spesso ma non sempre.

Morte non naturale è quella di chi muore in guerra o per causa di guerra: la guerra dunque è evento negativo e innaturale, che miete morti tra le più ingiuste e incomprensibili, così pure molte malattie e inconvenienti di salute, ad esempio il parto che fu una causa di morte non meno frequente della guerra, così la morte per incidenti sul lavoro e a motivo dei mezzi di trasporto. Morte drammaticamente non naturale e pure numerosissima è quella per fame o sete.

Se penso alla famiglia, ii mio bisnonno morì di vecchiaia –come si diceva– a 88 anni, ma suo fratello era morto ben più giovane alla battaglia di Novara nel 1849; le mie nonne –secondo la leggenda famigliare– morirono di paura e di mancanza di caffè all’inizio della seconda guerra mondiale; mio padre ha avuto certo accorciata la vita dai 22 mesi trascorsi nei campi nazisti come IMI. Mia madre ha avuto in sorte una vera dolce e accolta morte naturale a 92 anni, come mia cognata a 95 ecc. ecc.

Mi fermo qui, perché volevo solo osservare che uno de fini più ovvi della politica come mezzo della convivenza civile tra persone, indicata appunto dalla polis, il luogo dell’organizzazione della vita quotidiana, dovrebbe essere proprio la scelta di mezzi strumenti attività relazioni, che favoriscano sostengano mantengano la vita, il vivere associato.

Orbene: si sono appena riuniti i potenti del mondo, per dettare le norme utili a mantenere in equilibrio il clima del globo, che ormai da più di un secolo viene tenuto sotto osservazione scientifica. Si sa che l’aumento della temperatura del globo è pericoloso e anche quali ne siano le cause e che si possono –benché sia anche ormai un po’ tardi– trovare rimedi.

Accordo unanime su ciò che provoca l’aumento della temperatura e l’inquinamento atmosferico: sono le emissioni di anidride carbonica, dovute al fatto che bruciamo combustibili fossili senza alcun risparmio e continuiamo a vivere come le proverbiali cicale, in attesa di metterci a piangere, e non si sa che fine faranno comunque le eventuali virtuose formiche esistenti.

Poiché petrolieri e simili fanno parte dei potenti del mondo, i rimedi non si dicono nemmeno. Anzi il famoso modello di sviluppo, che dovrebbe rimettersi lentamente a funzionare, in modo da ripristinare gli “equilibri” preesistenti resta, e il mondo appare impotente nelle mani di pericolosi incompetenti.

Non solo, ma N.U., Europa, Usa, governi nazionali ecc. ripresentano come nulla fosse sempre le stesse ricette: il lavoro è la priorità e per lavoro si intende solo il lavoro industriale, dei maschi, le donne è meglio che tornino in famiglia. Del resto ormai invece di soggetti vari si dice solo: l’impresa e la famiglia.

Esiste dunque solo il lavoro industriale?

 

Lidia Menapace


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