Il tempo degli zingari che vagano
È già lontano.
Però li vedo,
Così luminosi
E forti e chiari come l'acqua.
Puoi sentirla
Scorrere, quando vorrebbe parlare.
Ma, poverina, non ha parole,
Oltre agli spruzzi d'argento e ai sospiri.
Solo il cavallo, sfiorando l'erba,
Li ascolta e li comprende, quei sospiri.
Ma l'acqua non resta mai indietro.
Fugge, fugge lontano,
Dove occhi non la vedranno,
L'acqua che vaga.
Bronisława Wajs, detta “Papusza”
(trad. dall'inglese di Roberto Malini)