Sono stato invitato ad esprimere una mia opinione sul libro di poesie Tredici Cadenze, Giovani poeti in Pavia, giunto alla sua seconda ristampa, e devo dire che mi spaventa sempre un po’ farlo sul lavoro altrui, specie se questo lavoro non appartiene al mio campo di attività.
Sono un semplice lettore, non sono uno scrittore, non sono un poeta e ancor meno un critico letterario, ma amo la misteriosa forza racchiusa nelle parole, di più, la potenzialità concessa a noi umani di esprimere attraverso le parole qualunque cosa. Inoltre qui si parla di poesia, espressione di un’intimità offerta allo sguardo del mondo ed è per questo che non esprimerò singole opinioni sui singoli autori.
Lo so, le parole da sole non bastano, ci sono i corpi, è vero, i quali non hanno bisogno di usarle, le parole…
Ciononostante è indubbio che lo sviluppo del linguaggio “verbale” rappresenti una straordinaria conquista della specie umana, così tanto straordinaria che nel trasmettere anche e forse soprattutto con le parole quello che apprendiamo con la nostra esperienza, ciascuno di noi contribuisce a costruire il mondo, sì, proprio tutti. Quanta responsabilità nelle parole!
Eppure, ancora non mi basta…
Io credo che, tra tutte le svariate modalità di raccontare il mondo, di descriverlo, di preservarlo, di trasmetterlo, di costruirlo, sia la “poesia” ad avere la capacità di annullare – quasi – questa distanza, seppur a volte infinitesimale, tra le parole e i nostri corpi pulsanti.
Leggere Tredici Cadenze mi ha dato un grande piacere, il piacere di sentire confermata la mia forse strampalata teoria sulla possibilità che ha la poesia di riuscire ad annullare questo limite – certo non così rigido e anche un po’ liquido, ma a volte invalicabile – tra i corpi e le parole.
È stata un’esperienza davvero intensa quella del poter confermare, leggendo questo libro, quanto sia smisurata questa possibilità di riuscire a fare “esperienza” delle emozioni, anche solo attraverso le parole. E a trasmetterla, questa “esperienza”, così trasformata.
Ancora, la scoperta entusiasmante che il mondo di ciascuno dei poeti, in qualche modo appartiene anche a me, a noi, e non importa che non sempre ci appartiene anche nei contenuti, così spesso legati ad esperienze personali e profonde, ma di sicuro ci appartiene per la forza di risonanza che si sprigiona nel “condividere” il proprio mondo, il proprio sguardo attraverso il mezzo straordinario della poesia!
E quale e quanta ricchezza ci viene donata…
Attraversando le barriere dei pre-concetti, a volte con dolcezza, a volte con brutalità, a volte con malinconia o con gioia, tutta questa ricchezza arriva direttamente al cuore e, che la si rifiuti o che la si accetti o che se ne accolga solo in parte, le distanze vengono annullate, le vicinanze procurano calore.
E così sento la necessità di ringraziare uno ad uno questi generosi donatori, grazie Bonač, Alessandro Castagna, Virginia Fabrizi, Mario Barrai, Dario Bertini, Davide Castiglione, Vanessa Navicelli, Enrico Barbieri, Barbarah Guglielmana, Marco Ferrari Piccinini, Costanza Gaia, Giacomo Francesco Lombardi e Silvia Patrizio.
PS – Ciò detto, non mi stupisce affatto che questa raccolta abbia raggiunto la seconda ristampa in così breve tempo.
Maurizio Splendore