La senatrice Lanzillotta, il cui voto è stato determinante per la decisione della Giunta del regolamento del Senato, esplicita qui i motivi della sua scelta: “Non c’è dubbio che il voto non riguardi la persona ma solo il mero accertamento dell’esistenza di un presupposto di integrità morale”.
Roma, 30 ottobre 2013 – La mia decisione di votare, nella Giunta per il Regolamento, per il voto palese è stata adottata dopo un’analisi approfondita delle norme e dei precedenti e dopo un’importante discussione nella Giunta.
Sul piano tecnico regolamentare gli elementi che mi hanno indotto a questa decisione sono i seguenti:
1. Il Senato applica per la prima volta la Legge Severino e quindi non esistono precedenti invocabili in modo univoco.
2. Non esiste nel Regolamento del Senato una norma esplicita che indichi la modalità di votazione utilizzabile nei casi analoghi ma non identici (ineleggibilità e incompatibilità). Il voto segreto è stato applicato in via di prassi.
3. Il Regolamento della Camera precisa invece che il voto per la decadenza non è un voto sulla persona e quindi si applica il voto palese.
4. In altre occasioni, alla luce di nuove valutazioni giuridiche e istituzionali, prassi consolidate sono state modificate senza che fossero mutate le norme positive.
5. Nel caso di specie non c’è dubbio che il voto non riguardi la persona ma solo il mero accertamento dell’esistenza di un presupposto di integrità morale che condiziona la composizione del Senato. Non vi sono scelte discrezionali o di coscienza del Parlamentare che possono essere compromesse dal voto palese.
6. Per questo mi sono dichiarata favorevole ad una decisione che circoscrivesse l’interpretazione in favore del voto palese al nuovo caso che si presenta e per il quale non ci sono né norme né prassi in contrario rinviando a specifiche valutazioni la questione del voto in materia di ineleggibilità e incompatibilità per le quali i precedenti sono nel senso del voto segreto.
7. A queste considerazioni aggiungo che una estensione non dovuta del voto segreto andrebbe in direzione opposta a quella che ha orientato, dagli anni Novanta in poi, l’evoluzione dei Regolamenti parlamentari per fare sì che le procedure di Camera e Senato si svolgano nel rispetto della Costituzione e sempre più aderendo al bisogno di trasparenza che viene da parte dei cittadini e che è la condizione per conservare il rispetto dell’istituzione parlamentare e la legittimazione dell’esercizio delle prerogative da parte di ogni singolo deputato e delle Assemblee nel loro complesso.
Linda Lanzillotta
(da L'Avvenire dei lavoratori, 31 ottobre 2013)