Seduta sul treno per Roma Termini vedo sfilare i palazzoni che costeggiano la ferrovia, aerei che piombano come uccelli metallici diretti alla pista dell’aeroporto di Ciampino, l’ippodromo delle Capannelle col dedalo di siepi e cavalli al trotto. Pochi viaggiatori silenziosi in quest’ora tarda del mattino, dopo l’assalto di studenti e pendolari, nessuno scambio di parole, solo il fruscio di giornali sfogliati, qualche colpo di tosse e sbadigli.
Stazione di Capannelle. Sale sul treno diversa gente, fra cui due uomini di colore con i borsoni a tracolla e una cinesina con un cesto pieno di giocattolini a carica e a batteria appeso al collo e un fascio di girandole in mano.
Due passeggeri che si sono accomodati nel sedile di fronte al mio, sottovoce commentano:
– E questa è l’Italia? Non vedi più un italiano nemmeno a cercarlo col lanternino, solo stranieri, extracomunitari.
– Scappano tutti e vengono qua, manco fosse l’America di Al Capone.
– I cinesi poi c’hanno proprio riempito casa, come te giri ne trovi un grappolo.
– Bisogna sta’ attenti, vendono tutto contraffatto.
– E chi ci compra niente, dai cinesi? Fosse per me, resterebbero in Cina a coltiva’ le risaie come hanno sempre fatto.
– Poveracci, sotto il torchio della Repubblica Popolare cinese…
– Toh, leggi qua: “Giocattoli e capi d’abbigliamento falsi: sequestrati due milioni di articoli… denunciati dodici cittadini cinesi…”.
– I giocattoli so’ pericolosi, ci vanno di mezzo i ragazzini…
– E certo. Io non lo so, un giorno dicono che rimandano tutti via e il giorno dopo cambiano registro. Se seguita così, Roma scoppia.
– Ma dove li rimandano? E poi se loro se ne vanno l’Italia è rovinata, specialmente le badanti so’ la salvezza delle famiglie… chi è che non c’ha un vecchio a carico? E i disabili e i ragazzini, chi li guarda?
– Hai controllato il biglietto della Lotteria Italia? Cinque milioni di euro, venduto a Roma…
– Madonna! Cinque milioni di euro… quanto fa… dieci miliardi?
– All’incirca. Che restano tutti allo Stato, nessuno è andato a ritirarli e il termine per la richiesta di pagamento è scaduto…
– Il vincitore è sempre lo Stato, la lotteria la finanzia chi compra i biglietti e lo Stato s’intasca il cinquanta per cento del malloppo senza rimetterci nemmeno un capello…
– Lo sai com’è nata la lotteria, no? Da una scommessa fra un certo cardinale… Mazzarino, mi pare, e il re di Francia che lo sfidò a creare soldi dal nulla…
– E noi, minchioni, ancora a fare il gioco del cardinale, del re di Francia e dello Stato italiano. Che roba!
Stazione Termini, i due uomini di colore scendono rapidi coi loro borsoni e s’infilano tra la folla, i miei compagni di scompartimento stanno ancora parlando del gioco d’azzardo, del Superenalotto e della sestina di cento milioni di euro, e del popolo italiano fesso e sovrano. Passa la cinesina con la cesta attaccata al collo e le girandole in mano, mi accodo e scendo e mi ritrovo in mezzo al brulichio di gente, e con un ronzio smorzato nelle orecchie e la vista annebbiata mi dirigo all’uscita. Alla luce di Roma tutto appare e scompare, forse ho solo letto durante il breve tragitto qualche rigo di cronaca e attualità.
Maria Lanciotti