Le risposte fornite in Consiglio provinciale alla nostra interpellanza sul Servizio di Urgenza Emergenza – 118 dall’Assessore alle Politiche Sanitarie Dr. Giuliano Pradella impongono una seria riflessione, in considerazione anche di quanto accaduto e continua ad accadere nel nostro territorio provinciale.
Il dato oggettivo iniziale è che è stato smantellato un impianto storico di avanguardia, sviluppato e mantenuto grazie ad una solida base costituita da anni di esperienza quale rete di emergenza ed urgenza, coordinata e gestita dalla Centrale Operativa di Sondrio. Questa dismissione è avvenuta nell’ambito di un complesso progetto di AREU basato sull’accorpamento in macro aree che, ad oggi, secondo quanto dichiarato dallo stesso Assessore, non ha ancora raggiunto standard qualitativi adeguati alle necessità di un territorio montano come il nostro.
Ancora una volta la nostra tipicità territoriale non è stata adeguatamente riconosciuta a livello regionale, ma ancor peggio, si è proceduto all’attuazione di un progetto complesso senza una preventiva verifica del completamento e posizionamento di tutte le sue componenti essenziali.
Non possiamo accettare supinamente che la prima fase del soccorso, determinata dalla geolocalizzazione del chiamante da parte della Centrale Operativa di Varese, necessiti ancora di almeno tre mesi per poter essere pienamente operativa, avendo inoltre la consapevolezza che nelle aree prive di copertura della rete di telefonia mobile, non potrà comunque mai esserlo.
È impensabile che gli esiti di quella che noi temiamo possa essere una guerra in corso tra differenti gestori telefonici possa produrre ricadute negative sulla popolazione Valtellinese e Valchiavennasca; ma ancor peggio è che la possibilità di una tale mancanza di operatività non sia stata tenuta in debito conto dai decisori nella fase di approntamento del servizio.
Abbiamo chiesto di conoscere i dati numerici relativi agli interventi, distinti per tipologia di mezzo di soccorso impiegato, per cercare di confrontarci in modo oggettivo con chi ha ritenuto di poter trasferire in ambiente montano protocolli di soccorso specifici delle aree metropolitane, quando il nostro territorio, persino nel fondovalle, presenta dinamiche ed infrastrutture non ripetibili altrove.
Riteniamo che si debba procedere a queste valutazioni il più rapidamente possibile, in modo da poter oggettivare eventuali mancanze che potrebbero avere condotto ad un inevitabile impoverimento dell’offerta.
Confortati anche dall’esperienza di questi anni, chiediamo attenzione verso quei cittadini che, in momenti di profonda criticità quali quelli della richiesta di soccorso, hanno diritto a risposte e supporti che solo una centrale operativa pienamente inserita sul territorio può dare. Non vogliamo creare allarmismi, né ragionare, come altri spesso fanno, con facili proclami o slogan ad effetto, chiediamo invece tempi certi, concreti impegni finanziari, di personale e mezzi affinché le anomalie segnalate dagli utenti e dagli operatori cessino nel più breve tempo possibile.
Il nostro obiettivo è quello di difendere le strutture di Pronto Soccorso presenti, riconoscendo la necessità di una copertura territoriale adeguata sia alle richieste dirette dei cittadini, sia quale rete di supporto ai mezzi AREU impegnati nei soccorsi.
Auspichiamo l’apertura di un confronto, il più ampio e trasparente possibile, finalizzato alla presa in carico, alla valutazione critica ed alla soluzione delle anomalie registrate.
Gruppo consiliare I Democratici Sondrio