Windsongs of the Kgalagady
Windsongs blow from the Kgalagadi
Skirting the growing fields
Like a maiden’s dress
Coyly blown by a careless gust
And gets caught by the thorny bush.
Flirting dustily with the corn,
The windsongs pollen-mate with the flowers.
The windsongs that blow from the desert
Cut through the reeds of Lethlakeng
Fluting into splices of savanna songs
Drowing out the grating rivers of sand.
Tsodilo* lords over the landscape
As the windsongs come echoing
Through his cavernous corridors
In ancient but new tunes
Whose notes are fossilised like signatures
On his tattooed granite skin.
Tsodilo, lording over the land
In his stone-still silence of knowing
Funnels and fans the songs
Of the wind that blow through his caves.
These windsongs that carry
Knowledge of themselves and are heavy
With weight of their own understanding,
Blow across the mourning mists of Serorome valley
Hovering over the mysterious land of waters,
Waters of land that swamp the Okavango.
These windsongs that blow
From the Kgalagadi
Are the birthsongs
And lifesongs
Of an ageless people
Come of age.
* Tsodilo: a hill, famous for its painted caves by ancient San artists.
Canti del vento del Kgalagadi
I canti del vento soffiano dal Kgalagadi
Sfiorando i campi in germoglio
Come abito di donna
Soffiato con pudore da una raffica distratta
E attaccato da un arbusto spinoso.
Amoreggiando polverosi con il grano
I canti del vento impollinano i fiori.
I canti del vento che soffiano dal deserto
Tagliano tra le canne di Letlhakeng
Flautano intrecciati ai canti della savana
Inondando gli aspri fiumi di sabbia.
Tsodilo* signoreggia sul paesaggio
Quando arrivano i canti del vento echeggiando
Attraverso i suoi corridoi cavernosi
In toni antichi ma nuovi
Le cui note si fossilizzarono come firme
Sulla sua pelle di granito tatuata.
Tsodilo che signoreggia sulla terra
Nel suo silenzio pietroso di conoscenza
Incanala e indirizza i canti
Del vento che soffiano attraverso le sue grotte.
Questi canti del vento che portano
Conoscenza di sé e pesano
Del peso della propria comprensione,
soffiano tra le brume di pianto della valle di Serorome
alzandosi sulla terra misteriosa di acque,
acque di terra che allagano l’Okawango.
Questi canti del vento che soffiano
Dal Kgalagadi
Sono i canti di nascita
E i canti di vita
Di un popolo senza età
Divenuto maggiorenne.
* Tsodilo: una collina famosa per le incisioni rupestri di antichi artisti San.
(Da Nell’aria inquieta del Kalahari, LietoColle, 2010)
Elena Merendelli è nata ad Anghiari. Fin da piccola manifesta una passione irresistibile per il disegno e per tutte le forme d’arte. Dopo l’Istituto d’Arte, si diploma all’Accademia di belle Arti di Firenze. Attualmente vive e lavora ad Anghiari; il suo laboratorio è nel cuore del paese dove crea ed espone le sue opere, tra queste di particolare rilievo le sculture di terracotta e i dipinti su tavole antiche. Restituisce a nuova vita pezzi perduti dalla storia. Genera anche progetti, che si discutono con il committente, come tromp-l’oeil e pitture su ogni tipo di materiale. I suoi soggetti sono figure femminili, maternità, dettagli di paesaggi toscani, uccelli.
Con questa pubblicazione, Bottega letteraria su Tf termina:
“Settembre con Barolong Seboni ed Elena Merendelli,
traduzione di Marisa Cecchetti”
ringraziando sentitamente i protagonisti e l'editore LietoColle