“Referendum in Comune”, questo lo slogan dell’iniziativa lanciata da Radicali italiani per portare i cittadini negli uffici comunali a firmare i 12 referendum per la riforma della giustizia, delle politiche su droghe e immigrazione, per il divorzio breve, per abolire il finanziamento pubblico dei partiti e la truffa dell'otto per mille.
Tre giornate nazionali di mobilitazione, da mercoledì 28 a venerdì 30 agosto, per far conoscere agli italiani la possibilità di firmare i 12 referendum presso i Comuni.
«Per raggiungere le 500 mila firme necessarie su tutti i referendum non basteranno da soli i nostri banchetti nelle piazze, anche perché in molte città mancano autenticatori disponibili. Per utilizzare al massimo gli uffici degli oltre ottomila Comuni dove abbiamo inviato i moduli spendendo decine di migliaia di euro, occorre però che i cittadini almeno lo sappiano» affermano Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani.
Previsti volantinaggi davanti ai Municipi e conferenze stampa in sede locale, mentre è partito il passaparola sui social network per invitare alla firma e a portare amici e parenti.
Ma i Radicali si rivolgono soprattutto a stampa, radio e televisioni: «Hanno sequestrato il diritto degli italiani a sottoscrivere i referendum non facendogli sapere dove possono farlo», proseguono Staderini e De Lucia. «Dipenderà dai media, in particolare da radio, Rai, Mediaset, La 7, se milioni di potenziali firmatari riceveranno l’informazione di poter firmare i referendum anche presso i Comuni. Sinora non è quasi mai accaduto, in violazione degli obblighi di legge in materia di informazione».
Gli uffici comunali sono di norma aperti la mattina dal lunedì al venerdì, l’elenco completo e le indicazioni di dettaglio si trovano su www.referendumradicali.it