Diario di bordo
Mario Staderini. Dalle pagine dell'Unità un appello al PD
01 Agosto 2013
   

L’ideologia dei Calderoli e delle banane è scritta nella Bossi-Fini.

Un milione di firme sui referendum per spazzarla via...

 

@mariostaderini


 

 

SCHEDA REFERENDUM 2013

Lavoro e Immigrazione

 

In tema di immigrazione e di lavoro i Radicali stanno promuovendo due referendum strettamente connessi tra loro.

Il primo intende abrogare l’articolo 10 bis del Testo Unico sull’immigrazione, cancellando la norma che introduce un reato aberrante (quello di clandestinità) che criminalizza una condizione anziché una condotta.

Il secondo, invece, vuole cancellare quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando, tra le altre cose, l’effetto “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani) oppure che li obbliga al lavoro nero o al servizio della microcriminalità: per tutte queste ragioni è necessario provvedere all’abrogazione degli articoli 4 bis e 5 bis del Testo Unico immigrazione, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno.

Questi articoli, oggi, legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro Paese alla stipula di un contratto di lavoro: questo requisito è oggi richiesto anche a tutte quelle persone extracomunitarie da anni residenti in Italia.

Si tratta di eliminare le due norme più restrittive che hanno caratterizzato il “Pacchetto Sicurezza” del 2009 (fortemente voluto dall’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni) e la legge Bossi-Fini del 2002. Per migliorare la situazione, infatti, sarebbe sufficiente tornare (almeno) ad un regime simile a quello introdotto dalla legge Turco-Napolitano del 1998.

Secondo il Dossier Caritas del 2012, nell’ultimo anno, nel nostro Paese, i permessi di soggiorno non rinnovati sono stati 263mila: questa cifra ha di gran lunga superato il numero dei permessi rilasciati nello stesso anno. La maggioranza di queste persone, tuttavia, non ha rinunciato alla speranza che li ha fatti lasciare il loro Paese, ma è rimasta in Italia, alimentando l’area dell’irregolarità e le perdite del mancato introito fiscale.

La Fondazione ISMU stima che ogni immigrato regolare versa in media quasi 6mila euro l’anno tra tasse e contributi: la regolarizzazione di almeno 500 mila lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno già attivi in Italia porterebbe nelle casse dello Stato 3 miliardi di euro ogni anno di sole tasse.

 

a cura di Claudia Osmetti

(da 'l Gazetin, luglio-agosto 2013)


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