Le ricostruzioni giornalistiche attinenti al probabile invio del pattume di Roma fuori regione e/o all’estero, hanno il merito di porre l’attenzione dell’opinione pubblica su un problema sempre più grave. Pur tuttavia scontano l’opacità che ruota intorno al ciclo dei rifiuti della Capitale.
Difatti qualsiasi stima inerente alla quantità ed al tipo di rifiuti da esportare viene fatta attraverso valutazioni che non si basano su dati ufficiali. A voler essere chiari ciò significa che per noi comuni mortali, ancora oggi, non è dato sapere quali siano effettivamente le quantità di rifiuti indifferenziati prodotte, le quantità inviate negli impianti di trattamento (comprese quelle “lavorate” nel misterioso trito di Rocca Cencia e nella oscura terza linea di Malagrotta) ed infine le quantità e le destinazioni dei prodotti trattati.
La mancanza di questi dati sensibili pregiudica quella conoscenza condivisa che, invece, gioverebbe per valutare serenamente ed in modo trasparente i costi/benefici di alcune scelte rispetto ad altre. Per tale motivo è sempre più urgente che a Roma e nel Lazio venga approvata l’anagrafe pubblica relativa alla raccolta, al recupero, allo smaltimento ed agli impianti dei rifiuti solidi urbani. Marino e Zingaretti intervengano.
Massimiliano Iervolino
(da Notizie Radicali, 23 luglio 2013)