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Paolo Ruffilli. Passione e morte di Cristo
Alessandro Borroni, per Tellus 28
Alessandro Borroni, per Tellus 28 'Cattolicesimo' (Labos, 2007) 
29 Marzo 2013
 

PASSIONE E MORTE DI CRISTO

Versione poetica di Paolo Ruffilli dai Vangeli

 

Saliti al Golgota, cercavano di fargli bere

un vino mescolato con la droga

per annebbiargli l’arrivo della morte

e si divisero le vesti, intanto lì ai suoi piedi,

giocandosele tra loro, tirate a sorte.

Dei due ladroni in croce gli si affidava uno

e, nel garantirgli accanto a sé un posto

nel regno di suo padre, gli assicurava:

Sono io il risorto. Chi crede in me

vive in eterno anche se morto.”

Dall’ora sesta fino alla nona in verità

le tenebre gonfiando nascosero la luce.

Gesù gridava esanime: “Mi affido, padre,

alle tue mani”, corse qualcuno per pietà

a prendere una spugna per bagnargli le labbra

con l’aceto mentre esalava l’ultimo respiro.

Tremò la terra intorno e dentro il tempio

il grande velo si squarciò da capo a fondo.

Dio non ha mandato certo il figlio suo

perché condanni il mondo” mormorando,

ma perché il mondo per mezzo suo

venga salvato…” ai piedi della croce,

mentre lo spirito di Cristo già volava via,

il suo discepolo Giovanni, fissando

gli occhi di Maria, le ricordò la profezia.

 

 

Paolo Ruffilli è presente in Tellus 33, L'Almanaccone 2013 con “Il disvelamento degli opposti” e un'intervista, “Amore metafisico”, nella sezione “La Città dei Silenzi. Selezione di poesia italiana contemporanea” a cura di P. Garofalo e M. Bianchi.


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