Boom delle aziende in Italia gestite da titolari extra Ue 
Integrazione virtuosa o inadeguatezza normativa? Interrogazione al Ministro dell'Economia e delle Finanze
03 Dicembre 2012
 

Stamane ho rivolto un'interrogazione al Ministro dell'Economia e delle Finanze riguardo quanto spesso evidenziano le cronache finanziarie in merito alla spregiudicatezza e manipolazione delle istituzioni pubbliche e finanziarie a fini di corruzione e riciclaggio. Parliamo di reati di particolare pericolosità sociale: non solo perché determinano distorsioni nell’economia legale, alterando la parità concorrenziale e l’efficacia dei controlli pubblici, ma, specie in periodi di crisi come quello attuale, perché possono giungere a incrinare la stessa fiducia dei cittadini nei valori democratici.

Da tempo la Corte dei Conti denuncia il rischio di assuefazione alla corruzione. Basti pensare che nei primi nove mesi del 2012, secondo un recente studio di Confesercenti, le imprese individuali con titolari extra Ue sono crescite di 13 mila unità, mentre tutte le altre hanno fatto registrare un calo di 24.500 unità.

Le imprese gestite da stranieri sono arrivate a produrre il 5,7% della intera ricchezza del nostro paese. Lo studio ci dice che, in dieci anni, il peso sul totale delle imprese, con titolari extra Ue, è passato dal 2% a quasi il 9%. Nel solo II trimestre 2012 le imprese individuali con titolare immigrato sono state valutate in circa 300 mila unità alle quali bisogna aggiungere i circa 120 mila soci stranieri.

L'interrogazione è stata presentata per chiedere:

- se il Ministro dell'Economia e delle Finanze ritenga adeguate le disposizioni previste e le modalità attivate dagli Istituti di credito riguardanti l'adeguata verifica della clientela ai sensi della disciplina antiriciclaggio, viste le rilevanti dimensioni del fenomeno recentemente riscontrato in Italia di imprese individuali con titolari extra Ue e quindi sconosciuti;

- se per questa fattispecie di soggetti sia effettivamente possibile accertare lo scopo e la natura dei rapporti e delle operazioni fatte;

- se ritenga utile prevedere ulteriori controlli anche da parte degli Uffici competenti e dall’Agenzia delle Entrate all’atto dell’apertura della partita Iva.

 

Donatella Poretti

 

Qui il testo dell'interrogazione


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