E uscirò ancora
tornerò ad uscire,
mostrerò al mondo un’altra me
risorta da una brace spenta
che ha imparato,
ma che ha anche dimenticato
E correrò per le strade con i buchi
e per le strade con i sassi
e correrò su prati dell’erba alta
e su prati con il fieno tagliato
E urlerò ancora, e più forte, che ci sono
e ancora una volta mi presenterò a chi mi conosce
e a chi mi conoscerà
Avrò da raccontare di passati lontani
E da ascoltare di presenti vicini
Imparerò a baciare l’uomo che bacio
e a gustarmi il suo bacio
saprò divertirmi in modo spericolato
e il divertimento quotidiano mi sorprenderà sempre
Userò verbi, nomi e aggettivi mai usati
ne farò storie nuove e ci metterò
sentimento o lo prenderò quando
mi sento sola e vuota
senza paura di morircene dentro
Avrò ancora amici che se andranno,
e di nuovi che ne verranno,
e di vecchi che ritorneranno e
insieme ce ne andremo a cercare chi
non si è poi più visto
E tornerò a scrivere poesie che mi divertono
e poesie che annoiano chi le ascolta
E non smetterò di dirti che ho avuto dei problemi
e che i problemi si risolvono e poi
vanno via
per altri
E vedrò quanto soffri e a mio modo ti consolerò
Perché quando le lacrime ci sono le sento
E se non so asciugartele
te le trasformerò in cristalli di neve
da sciogliere al sole
E non mi dimenticherò mai di chi ho amato,
anche solo per un verso
lasciando che questi non si dimentichino mai
di quell’ode alla vita
che m’hanno fatto fare
alla loro conoscenza
E infine uscirò di casa
per vedere che uscire è rientrare in altro
di se stessi.
Barbarah Guglielmana