21 Ottobre 2012
Ti ho vista china sempre
su quel tuo lungo ordito
smarrita d'infinito
pensare e ripensare
cuciti ripassare
Nei tempi ripetuti
i languidi rancori
in gesti conosciuti
tra filo ed ago un vuoto
che hai dimenticato
e gli anni scoraggiato
Nessuno ha lacerato
dai battiti scanditi
pur stanchi ed avviliti
vestiti già sgualciti
Notti d'insonnia
e giorni di damasco
ricami di speranza
tu sola a sospirare
nell'aria della stanza
E gli aghi del tuo cuore
fliggenti di dolore
scorrevano i tessuti
fra scampoli d'amore
misteri mai svelati
in abiti vissuti
di lacrime e d'incanti
le sete ed i velluti
Creavi e scomponevi
fra le tue dita agili
passavano le immagini
la vita abbandonavi
lasciando ore e giorni
ai battiti tuoi lievi
tu stessa ricucita
ad una fitta trama
di orditi sconosciuti
né sete né velluti
Così che ti ho perduta
così assoluta
Madre severa amata
mia dolce asprigna avuta.
Francesca Giustini
(da Sul Vetro della Vita)
|