Riportiamo il testo integrale della mozione generale presentata dal Segretario di Radicali Italiani Mario Staderini e dal Tesoriere Michele De Lucia, e approvata ieri a conclusione dei lavori del Comitato nazionale.
MOZIONE GENERALE
Il Comitato nazionale di Radicali Italiani, riunitosi a Roma il 12, 13 e 14 ottobre 2012, ascoltate le relazioni del Segretario e del Tesoriere, le approva.
Il Comitato rivendica come, grazie alla pluridecennale esperienza e alla continuità delle lotte per la legalità degli appuntamenti elettorali e per la pubblicità dei momenti istituzionali e dell’utilizzo delle risorse pubbliche, i Radicali sono stati precursori e determinanti nell’innescare il processo di crisi e disgregazione dei blocchi di potere partitocratico che hanno stravolto e corrotto l’istituto della Regione, a partire dal Lazio di Renata Polverini e dalla Lombardia di Roberto Formigoni. Una verità che i media di regime hanno sistematicamente nascosto agli italiani e quasi sempre falsificato, negando la natura “altra” della storia e del vissuto radicale.
Si aggrava, in questo modo, la censura e la rimozione sistematica delle campagne politiche radicali che è alla base anche della grave situazione economica e organizzativa del Movimento, al punto da metterne gravemente in discussione la stessa possibilità di continuare ad operare oltre la data stabilita per la tenuta dell’XI Congresso, convocato a Roma dal 1° al 4 novembre.
Il Comitato impegna gli organi dirigenti a integrare il documento “La Peste italiana” con specifici approfondimenti, in particolare per quanto riguarda la denuncia dell'illegalità del processo democratico e della giurisdizione, al fine di restituire memoria sulla continuità e sulla durata di alcuni dei fronti di resistenza più significativa e per meglio armare le lotte future.
Il Comitato denuncia i tentativi in corso –rispetto ai quali il Presidente della Repubblica è purtroppo inerte e non esente da responsabilità- per mantenere il carattere antidemocratico delle prossime elezioni, a partire dalla fase di presentazione delle liste, le cui condizioni si prefigurano identiche a quelle che hanno determinato, da ultimo, i casi di illegalità conclamata nelle elezioni regionali. Ma, soprattutto, l’annunciata, pervicace volontà di modificare le regole del gioco a poche settimane dal voto - in aperto contrasto con il principio di stabilità delle leggi elettorali elaborato a livello di Consiglio d’Europa e riconosciuto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo - pone la Repubblica al di fuori di ogni standard internazionale.
Il Comitato sostiene l’iniziativa nonviolenta condotta dal 18 settembre dal deputato radicale Maurizio Turco affinché i cittadini siano almeno informati di questa realtà e impegna gli organi dirigenti a proseguire nelle iniziative politiche e giudiziarie volte all’affermazione del principio “conoscere per deliberare” e alla riparazione in favore degli italiani di quanto sinora negato dal servizio pubblico radiotelevisivo, in primo luogo con la cancellazione per quattro anni delle tribune politiche, obbligatorie per legge.
Il Comitato, considerata l'opportunità di fare tesoro persino di elezioni truccate per creare nuove occasioni di lotta politica e di denuncia del carattere di delinquente professionale dello Stato italiano, dà mandato agli organi dirigenti:
» nell'immediato, di predisporre delle liste radicali per la legalità sulle quali iniziare da subito a raccogliere firme –con un tavolo simbolico in piazza del Quirinale- e così avvertire i cittadini che il processo elettorale è di già iniziato, in quanto la legge fissa in sei mesi precedenti al termine di deposito delle liste il momento a partire dal quale vanno raccolte le oltre 160 mila sottoscrizioni necessarie per partecipare alle elezioni politiche;
» di operare assieme ai soggetti della “galassia” per la predisposizione di liste radicali per le elezioni, sia politiche nazionali che regionali e locali; tali liste dovranno essere aperte alle personalità e ai militanti di ogni provenienza politica e civile che si riconoscono negli obiettivi di alternativa radicale, nonviolenta e democratica. Il Comitato rivolge un urgente appello perché tali personalità e militanti, a partire dai protagonisti della lotta per la legalizzazione della giustizia e del carcere, partecipino con pieno diritto al Congresso;
» di depositare in Corte di Cassazione i quesiti referendari sinora predisposti e quelli che si riusciranno a preparare. Queste proposte, da presentare a Congresso invitando singole personalità e organizzazioni disponibili ad esserne copromotori, dovranno essere tali da esprimere un programma di governo alternativo;
» di avviare l’urgente mobilitazione di tutte le forze militanti per consentire l’avvio in contemporanea della campagna di raccolta firme per le elezioni e della campagna referendaria, con una selezione dei quesiti già depositati.
Il Comitato, inoltre, prende atto della scelta di Bersani, Nencini e Vendola di procedere congiuntamente alla stesura di una “carta d’intenti”, escludendo totalmente il movimento radicale e referendario; una scelta che, pur non sorprendendo, appare quanto mai scandalosa, sia nel metodo con il quale quegli apparati hanno tagliato fuori dalla decisione i loro stessi dirigenti e militanti, sia nel merito di una continuità con il peggio delle tradizioni trasformiste e togliattiane.
Il Comitato saluta e ringrazia le 1.611 persone – 1.148 iscritti e 463 contribuenti – che hanno deciso di sostenere il Movimento per il 2012, per un autofinanziamento complessivo di 203mila euro, e si appella a tutti gli iscritti e ai militanti affinché si mobilitino, assieme agli organi dirigenti, per la raccolta di almeno duecento nuovi iscritti, o l’equivalente in contributi, entro la tenuta del Congresso stesso.
Il Comitato, infine, saluta le oltre 300 mila firme raccolte sugli otto referendum di “Roma Sì muove” che rappresentano uno straordinario patrimonio di partecipazione ed entusiasmo oltre che la migliore risposta al malaffare partitocratico, e ringrazia le centinaia di volontari che hanno organizzato banchetti referendari durante i mesi estivi nonostante gli ostacoli frapposti dall'assenza di legalità, dai media di regime e dagli apparati di quelle forze politiche e sociali che hanno vissuto con timore la prospettiva di dare voce, attraverso i referendum, a quei cittadini che hanno costantemente ingannato.