NEGLI ULTIMI GIORNI, giorni intensi, terribili,
alcuni giornalisti mi hanno chiesto
del rapporto con mio padre, come fosse…
[Beh, bellissimo,
parlavamo gran parte del tempo.
Credo che la medesima cosa accada
[a tutti coloro che hanno
un padre con la visione profetica di dare
a un popolo che soffre gli strumenti per liberarsi.
Questa capacità profetica gli permette di indovinare i pensieri
e le intenzioni, e questo raramente piace ai figli.
Vivere con lui non è semplice, è una coesistenza con la sfida,
ti mostra senza volerlo fare
che si può vivere nella verità, che si deve vivere nella verità,
e che si è felici in questo modo.
Vivere con lui è stata la mia più grande fortuna,
nessun problema è troppo grande
dopo averlo raccontato a mio padre. Il suo profondo ottimismo,
il suo realismo, lo portano a trovare sempre una soluzione,
cogliendo l’essenza e scartando ciò che superfluo in ogni situazione.
La sua vita è stata così piena, così ricca che ogni momento passato con lui
è stato un momento per imparare, per essere felici.
Penso di aver sprecato così tanto tempo,
ho perduto opportunità di conoscerlo meglio,
di amarlo meglio.
Ora che so che non sarà possibile ottenere di più da lui
sembra tutto sporco dopo una giornata di lavoro,
visitando gli ospedali o nella speranza di cambiare il mondo,
scoprendo con poche domande o nessuna
il programma dei miei giorni.
Ora so che non risponderà più
alle mie domande sul cinema, la storia,
la fisica, o di qualsiasi altro dubbio concepibile
su ogni argomento immaginabile.
Ora so che alcuni problemi non hanno più soluzione.
Ora sento che un pezzo del mio cuore
sarà per sempre solo.
Chiudo gli occhi e vedo di nuovo l’afflizione
sui volti dei miei fratelli mentre portano la bara
e mia madre devastata dal dolore.
Mi sembra di risentirmi dare la notizia
ai suoi amici più cari, il fratello minore.
Vedo uomini piangere: per Oswaldo, per loro stessi, per Cuba.
Vedo i genitori del mio amico Harold in lacrime
accarezzando il suo sorriso in un ritratto.
Tocco il male, è in me.
E la mia solitudine non è più così importante,
quando intorno a me tante altre vite sono cambiate sempre.
La mia speranza è scossa, ma è solo un fremito
o un battito d’ali.
Chi è stato così vicino a quell’uomo buono
conosce i suoi progetti e il suo lavoro,
conosce bene il Cammino, non può più ignorare la speranza.
Penso: tra di noi, tra i cubani,
ha vissuto per sessant’anni un uomo buono.
Rosa María Payá Acevedo
Agosto 2012
da Voces16, settembre 2012
traduzione/adattamento di NUOVACUBA