La struggente persistenza del desiderio nel “contrappunto” del cuore “insegue” le pagine della nuova raccolta di Sandra Evangelisti con respiri lunghi e fiato corto. La rinascenza indicata nella copertina dallo sprigionarsi dei fiori che si aprono violenti a primavera, spaurisce quasi con la sua ciclica morte e rinascita, con la sua acquisita permanenza. Non al cuore accade questo miracolo entro cui si vorrebbe scorresse la linfa vitale e foriera di promesse. E, ad ascoltare bene le parole dell’autrice, nella sovrapposizione melodica di contrastante viversi all’interno di un amore totalizzante comprendiamo “il contrappunto” che indica nel cuore la pietra sapienziale che tende all’unitarietà apparentemente non irrelata dell’esistenza. Ma l’alta valenza della silloge è ben oltre questa tensione d’accordo con il cuore; si connota in una scrittura “senza sceneggiatura autobiografica” e rimanda alle fondamenta di un sentire senza tempo, ancestrale, antico e primigenio; nessuna supponenza intellettuale al cuore che non tiene, all’assenza che si misura con le contrazioni del ventre, ad una fisicità che si fa linfa stessa anche nel desiderio violento e nell’agonia dell’attesa, nella gioia e nel lutto, anche nel respiro che scrive:
Mentre
la luce sale,
respiro
col tuo naso.
e, così, nel corpo pronto a riavere quel dono che lo bagna nell’unicità di un istante che diventa eternità.
Senti il respiro.
Si fa breve,
sempre più breve.
Aspetto ancora,
nell’aria del giardino
[…]
[…]
non mi inventare
mentre la vita si fa dura
e vince
sulle idee.
Non c’è scrittura catartica quindi, in questo Cuore contrappunto, quanto invece fermo-immagine di respiri sospesi di un cercare senza fine. E le liriche arrivano come un abbeveraggio necessario al viaggio, sguardo incantato ad un albero stracolmo di fiori profumati ed aperti come corpo al corpo amato.
Patrizia Garofalo
Sandra Evangelisti, Cuore contrappunto
Edizioni del Leone, Venezia 2012, pagg. 64, € 10