Diario di bordo
Non è iscritto all’Associazione Nazionale dei Magistrati. Il Consiglio Giudiziario boccia Luigi Tosti, il giudice “anticrocefisso”
Luigi Tosti
Luigi Tosti 
05 Settembre 2006
 

Quella che ora raccontiamo, è una storia che ha dell’incredibile; proprio per questo non stupisce che possa accadere in un paese del diritto e del suo rovescio come il nostro.

A quanto risulta il Consiglio giudiziario di Ancona ha creduto di poter “bocciare” Luigi Tosti, il giudice “anticrocefisso” di Camerino, mesi fa al centro di una polemica che si è conclusa con una sua condanna in primo grado perché non voleva celebrare udienze con sopra la testa il crocefisso.

Per il Consiglio giudiziario di Ancona Tosti è indegno di essere nominato magistrato di Cassazione perché «non è iscritto all'Associazione Nazionale Magistrati né al alcuna corrente della magistratura, non si è mai candidato ad elezioni politiche, non conosce componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, non ha mai contattato membri del Consiglio Superiore della Magistratura, del Consiglio Giudiziario o del Ministero di Giustizia per chiedere favori e perché, infine, non frequenta personaggi di spicco o di potere».

Questi scelte comportamentali, sottolinea il Consiglio giudiziario di Ancona, denotano da parte del giudice Tosti una «inclinazione del magistrato alla mancanza di riserbo e alla disistima generalizzata verso i propri colleghi e un difetto di equilibrio e di autocontrollo», avvalorati dalla sua «pretesa di eliminare, quale privato cittadino, il crocifisso dalle aule giudiziarie o di esporre, a fianco del crocifisso, la menorà ebraica».

In seguito a questa singolare motivazione - che sottintende che il “bravo magistrato” è quello politicizzato, colluso col Potere ed avvezzo a chiedere favori - Tosti ha fatto pervenire al Consiglio Superiore della Magistratura una lettera provocatoria in cui dichiara di «essere pentito degli errori commessi» e di volersi oggi “ravvedere”, «aderendo all'Associazione Nazionale Magistrati e a tutte le correnti della Magistratura, rinnegando l'insulsa pretesa di esporre l'immondo simbolo della menorà a fianco del crocifisso e considerando il Cattolicesimo come l'unica Religione depositaria dell'unica Vera Verità».

Il CSM, cui compete la decisione finale, ha omesso di deliberare sulla sua pratica a distanza di quasi due anni, nonostante diffide e denunce penali per omissioni di atti di ufficio.

In compenso, però, la Procura della Repubblica dell'Aquila ha attivato altri sei procedimenti penali per omissione di atti di ufficio contro il magistrato di Camerino, «per essersi indebitamente rifiutato di tenere le udienze a causa della presenza del crocifisso».

Per questi processi il Giudice per l’Udienza Preliminare dell’Aquila ancora non ha fissato le udienze preliminari. «Anche per queste nuove accuse – osserva Tosti – la a Procura dell'Aquila si è stranamente dimenticata di esporre nei capi di imputazione la Verità, e cioè che il mio rifiuto è nato dalla mancata autorizzazione ad esporre a fianco del crocifisso il simbolo della menorà ebraica, cioè da un atto di palese discriminazione religiosa. Sono comunque curioso di vedere come sarà composto il collegio giudicante, dal momento che il precedente collegio che mi ha condannato è stato composto in violazione di norme della Costituzione, di disposizioni dell'ordinamento giudiziario, di circolari del CSM e delle tabelle del Tribunale dell'Aquila: cioè includendo illegittimamente nel collegio il dr. Carlo Tatozzi, che si era già espresso a favore della permanenza dei crocifissi, ed escludendo il dr. Mario Montanaro, che si era espresso in senso opposto e che doveva far parte del collegio. Sono curioso di verificare quali siano i provvedimenti adottati dal Ministro di Giustizia, dalla Procura Generale e dal CSM per queste gravi irregolarità, che ho segnalato con esposto. Sono infine curioso di constatare se verrà allestita un'altra aula-ghetto per la celebrazione del mio processo e se l'attuale Ministro di Giustizia On.le Clemente Mastella, cui sto inoltrando richiesta in tal senso, rimuoverà tutti i crocefissi da tutte le aule di giustizia italiane, oppure farà orecchie da mercante come il suo predecessore On.le Roberto Castelli».

Quanto sta accadendo al giudice Tosti non ci sorprende; anzi, ci sembra assolutamente “normale”, logico. Non saremmo il paese che siamo, se non accadesse. Vogliamo esprimere qui, attraverso Notizie Radicali solidarietà e simpatia per il giudice Tosti (Tellusfolio si associa pubblicando questo pezzo, ndr). Un magistrato “colpevole” di una grave colpa: è un laico coerente, e crede davvero nella legge, nel diritto. Crimini imperdonabili, a ben vedere.

Il dire, il fare, del giudice Tosti ancora una volta verranno caricaturizzati, confinati nel folklore, nella stravaganza, nell’ansia di protagonismo. Al contrario ci sembra che le sue siano battaglie di libertà per tutti, e in primo luogo a favore dei credenti e delle persone di legge e diritto.

Fai quello che devi, accada quel che può”, ci hanno insegnato i “nostri” Lari; conforta che ci siano persone come il giudice Tosti, unite dal filo tenace e resistente della fedeltà a certi valori. Non gliene passeranno una, al giudice Tosti, come non gliene passano. E questo torni a suo onore e vanto.


Gualtiero Vecellio

(da Notizie radicali, 5 settembre 2006)


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