Sė, viaggiare
Valtaro, terra di confine fra tre regioni
Castello di Bardi (foto Gigi Cavalli, da Le Copertine di Valtaro.it)
Castello di Bardi (foto Gigi Cavalli, da Le Copertine di Valtaro.it)  
05 Settembre 2006
 

La Valtaro, o Val Taro, presenta subito un biglietto da visita naturalisticamente prezioso: il fiume che le dà il nome serpeggia con acque chiarissime e la vegetazione tutt’intorno si sviluppa lussureggiante. Terra di confine – Toscana e Liguria quasi vi s’incuneano - la Val Taro, con dintorni, è facilmente raggiungibile con l’Autostrada che collega Parma a La Spezia e ben percorribile con la rete viaria delle Provinciali. Un week end di scoperta dei suoi luoghi risulterà assai godibile, fra paesaggi, architetture e un’ottima gastronomia, con Sua Maestà il porcino a signoreggiare, ben assecondato peraltro dal prugnolo.

Come prima tappa si può scegliere Berceto (Ufficio di Informazione Turistica, tel. 0525629027), 175 km da Milano, sulla Via Francigena, dal cui acciottolato emana un sacro e avventuroso fascino. L’edificazione del Duomo di Berceto fu merito e volontà del Re longobardo Liutprando: pregevolissima la lunetta con bassorilievi sul portale principale e stupefacente, nel Museo annesso, un calice di vetro dell’800 d.C., miracolosamente ritrovato e perfettamente integro. Per sedare eventuali languori di stomaco, si può pranzare al Ristorante Il Bacher (Fraz. Valbona-Loc. Cattaia). Salumi divini, torta fritta, l’immancabile e profumatissimo risotto con funghi vi concilieranno con il mondo. Breve è il tragitto da qui a Borgo Val di Taro (Ufficio Turistico, tel. 052596796), di cui due son le cose assolutamente da non perdere: Palazzo Boveri dalla facciata riccamente decorata, che nel 1724 ospitò Elisabetta Farnese quando andò in sposa al Re di Spagna; la Pasticceria Steckli, dove si gusta un dolce prelibato senza pari, l’Amor. Ovviamente segretissima la ricetta.

La vicina Compiano è un borgo di fantastica suggestione, la cui principale attrattiva è il Castello fondato 1500 anni fa e abitato sino a pochi decenni addietro dalla Marchesa Raimondi Gambarotta, ora scomparsa, i cui appartamenti sono visitabili, e non è consigliabile rinunciare poiché contengono stanze e arredi indicibilmente interessanti. Addirittura spettacolosi, nella sala cinese, un paravento dipinto a 12 ante e un grande altare buddhista di bambù dorato del XVIII secolo. Imperdibile, poi, il Museo della Massoneria – non ve ne sono altri in tutta Italia – con collezioni, documenti e oggetti rarissimi. Il Castello di Compiano (per visite: tel. 0525929449; www.castellodicompiano.it) è oggi un relais dotato di varie suites: in quella Imperiale ha dormito niente di meno che il Principe Alberto di Monaco. Usciti dal Castello, si può andare a mangiare al Ristorante “La Vecchia Compiano”, e poi via, verso la vicina Bedonia (info: www.altavaltaro.net), nel cui bel Seminario Vescovile si può trovare ospitalità per la notte: una sistemazione sui generis, ma comodissima e a prezzi onestissimi, con il vantaggio, la mattina dopo, di poter esplorare il ricco Polo Museale del Seminario: la Pinacoteca Parmigiani, tutte le opere dello xilografo Romeo Musa, il Museo di Storia Naturale e quello Archeologico, la Biblioteca e altro ancora.

Sulla SP 23 non mancate di visitare Borgo Casale di Albareto, incantevole e antico relais di sosta, tanto simile a un angolo di Provenza, dove si può soggiornare, riposare, godere del Centro Benessere e mangiare in una maniera che s’immagina raffinatamente “lenta” (info: www.borgocasale.it). Sempre ad Albareto, all’agriturismo “La Peschiera” si assaporano delicatissimi antipasti a base di trota e la fario agli aromi, impanata con la birra o alla piastra domina la tavola. Per chiudere la due giorni, non guasta una capatina a Tarsogno, per visitare il curioso Museo dell’Emigrante.


Per altre informazioni: www.cmtaroceno.pr.it e http://turismo.parma.it/.


Alberto Figliolia


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