Oltre al danno anche la beffa. Non solo il carcere di San Sebastiano di Sassari è una delle strutture più vecchie e fatiscenti d'Italia, dove i servizi igienici interni alle celle si caratterizzano per l'assenza di alcun tipo di lavabo e sono costituiti da semplici tazze alla turca, separati solo da bassi muretti divisori, nello stesso ambiente dove i detenuti cucinano, mangiano, passano il tempo e dormono. Dove, nelle celle del piano terra, destinate in origine ad ospitare una persona, convivono tre detenuti in una superficie occupata dal letto a castello, dal tavolo, dagli sgabelli e dai miseri mobiletti, dove non c'è lo spazio fisico per muoversi. Le celle sono spesso sporche e maleodoranti, la presenza di scarafaggi è all'ordine del giorno e, non di rado, circolano anche topi. A questa vergogna, si è aggiunta anche la beffa.
Nei giorni scorsi tutti i 220 detenuti presenti nell'istituto non hanno potuto usufruire dell'acqua a causa di un guasto alla rete idrica cittadina, l’erogazione è stata interrotta dalle 23 alle 4 del mattino da giovedì 10 maggio fino a ieri 15 maggio. Alcuni familiari dei detenuti del carcere di Sassari hanno segnalato all'Associazione Radicale Il Detenuto Ignoto che fino alla giornata di sabato 12 maggio le bottiglie di acqua minerale non erano arrivate nelle celle e che molti detenuti non avevano neppure l'acqua da bere.
Per queste ragioni, abbiamo ritenuto di rivolgere un'interrogazione al Ministro della Giustizia, per sapere:
- se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa;
- se il Ministro intenda verificare le eventuali responsabilità dovute alla mancanza di approvvigionamento idrico;
- quali atti intenda assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione;
- quali provvedimenti intenda adottare il Governo per riportare nella legalità costituzionale il carcere di San Sebastiano e per porre fine ai trattamenti disumani e degradanti ai quali sono oggigiorno sottoposti i detenuti;
- quali informazioni sia in grado di fornire sul costruendo carcere di Bancali specificando quale sarà l’organico previsto per le diverse funzioni e se si stiano realizzando le infrastrutture necessarie ad assicurare il trasporto del personale e dei parenti in visita nel piccolo comune in provincia di Sassari;
- come intenda gestire la fase di completamento delle opere non ancora concluse nel nuovo carcere di Bancali, entro quali tempi ne preveda il completamento, e quale sarà l’ammontare totale degli investimenti.
Donatella Poretti, senatrice Radicale
Irene Testa, Segretaria Associazione Il Detenuto Ignoto
Qui il testo dell'interrogazione