Referendum contro la caccia in Piemonte Con “niet” della partitocrazia a consultazione già indetta!!
05 Maggio 2012
Molti lo ignoreranno ma il 3 giugno nella regione Piemonte è previsto un referendum contro la caccia. Ma è interessante conoscere la storia che ha portato alla promulgazione di questo referendum.
Nella primavera-estate del 1987 vengono raccolte circa 60.000 firme in calce alla richiesta di un referendum regionale che chiede l’abrogazione di alcuni articoli della L.R. 60/79, la normativa allora vigente in materia di caccia. Nel 1988 la Regione Piemonte (d’ora in avanti “Regione”) dichiara la richiesta ammissibile, ma, subito dopo, vara una nuova normativa, la L.R. 22/1988, e, conseguentemente, dichiara, con DPGR n. 3258/1988, la cessazione delle operazioni referendarie, essendo mutata la norma oggetto di consultazione. Da notare che la nuova legge recepisce solo in piccola parte le richieste del quesito referendario (ad esempio le specie cacciabili sono ancora 29, a fronte delle 4 previste dal quesito). E così dopo una serie di ricorsi e controricorsi, finalmente si va al tanto agognato voto. Il 29 dicembre 2010, con sentenza n. 1986, La Corte d’Appello di Torino respinge il ricorso presentato dalla Regione Piemonte contro la sentenza di primo grado e ribadisce la legittimità della richiesta referendaria.
Onore ai promotori che in questi anni non hanno mai mollato e finalmente hanno visto ribadire i loro diritti.
I quesiti sono 4 e ovviamente invitiamo a votare sì a tutti.
1 – Divieto di caccia per 25 specie selvatiche 2 – Divieto di caccia la domenica 3 –Divieto di cacciare su terreno coperto da neve
4 – Limitazione ai privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie.
Noi non possiamo partecipare ma possiamo diffondere la cosa se abbiamo amici del Piemonte, non lasciamo cadere questa importante opportunità.
Nota. A giornale stampato apprendiamo che il Consiglio regionale del Piemonte ha annullato la consultazione referendaria già indetta, ripetendo con modalità ancora più gravi il blitz del 1988. Sul momento di ennesimo sfregio alla democrazia vi proponiamo come primo contributo l'intervista rilasciata ieri, 4 maggio, dal deputato radicale Bruno Mellano a Radio Radicale. (ndd)
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