Fare memoria
Poi fu il vento della composta follia
a spazzare la terra, a dare un urlo al mare
perché si chiudessero le porte
e ai tiranni si aprisse la via.
Quantunque le dita stringessero
altre dita e le urla urtassero i muri
e frangessero i vetri, non una mano accorse
o una parola s’alzò per abbattere la composta follia.
Tacciono oggi le voci nei luoghi di morte,
scuotono altri venti le fronde dei salici,
dolci ondeggiano i lunghi capelli,
i campi nutrono in memoria parole di pace.
Edoardo Penoncini
(da Un anno senza pretese. Poesie fuori programma, Ibiskos-Ulivieri, Empoli 2011)