Martedì 31 gennaio u.s. in tutti i consigli provinciali si è discusso un ordine del giorno dell’UPI (Unione delle Province Italiane) dal titolo “No all’Italia senza le province”.
Il governo Monti vorrebbe infatti svuotare le province di deleghe e funzioni per poi arrivare a sopprimerle. Nel frattempo le trasforma in enti di secondo livello; ciò significa che non saranno più i cittadini a votare il Presidente e i consiglieri provinciali (che verranno invece nominati dai Sindaci).
Se è vero che alcune province non hanno motivo di esistere e potrebbero utilmente essere accorpate ad altre, è altresì vero che alcune hanno delle specificità, delle peculiarità per le quali conservano una loro utilità: è il caso della provincia di Sondrio che avendo delle caratteristiche geomorfologie, sociali e politiche del tutto particolari, ha anche esigenze e problemi particolari.
Il documento dell’UPI, pur con vari “distinguo” e con la non partecipazione al voto del rappresentante dell’Italia dei Valori, è stato votato all’unanimità con l’integrazione che prevede, tra l’altro, una raccolta di firme fra i residenti della provincia di Sondrio dal titolo “Firma per salvare la tua provincia”. Si può firmare in tutti i comuni.
Ho votato a favore del documento, ma, come qualche altro consigliere, ho ribadito al Presidente Sertori ed alla sua maggioranza due cose:
1) Ancora una volta ho dovuto far rilevare le modalità, il comportamento della maggioranza: è già successo diverse volte in precedenza che la Provincia faccia passaggi ed azioni non supportati da preventivi atti autorizzatori del Consiglio provinciale… Nel caso di specie, prima ancora che il consiglio provinciale avesse deliberato la petizione, c’erano già pronti i manifesti, gli spot pubblicitari ed era già persino pubblicato l’appello alla mobilitazione (con tanto di gazebo) sul sito istituzionale della Provincia. Immediatamente sono stati distribuiti i moduli. Non ci si è peritati neppure di votare l’immediata eseguibilità della deliberazione.
2) Va bene raccogliere firme in favore del mantenimento dell’ente provincia così com’è, ma occorre anche avviare un discorso serio sugli enti di secondo livello (come le comunità montane) ed altre questioni rilevanti dentro una cornice di generale riassetto istituzionale. Questa esigenza emerge forte e chiara da più voci sia di amministratori (nei consigli comunali) sia da gente comune di buon senso. Anche altri consiglieri provinciali, sia di maggioranza che di minoranza, hanno ribadito questa necessità, ma ciò nonostante il presidente Sertori ha replicato che né la Provincia né i comuni capimandamento possono farlo perché questo sarebbe una prevaricazione dei territori…
Sich! Peccato che invece altre province si stiano invece facendo carico di ragionare sui riassetti istituzionali coinvolgendo, necessariamente, i singoli comuni. Si vede che Sertori non se la sente o non ce la fa!
E allora forse ha ragione il consigliere Righi (PDL) che in consiglio provinciale pone la domanda: ma vale la pena di salvare questa provincia?
Non dovremmo rassegnarci all’arrendevolezza di Sertori…
Per quel poco che può valere, lancio un appello disperato: andate a firmare nei comuni la petizione in favore del mantenimento della provincia di Sondrio e mandate gente a firmare, ma se trovate un attimo di tempo, scrivete al presidente della Provincia invitandolo ad avviare un discorso serio sul riassetto istituzionale, sulle comunità montane, sui piccoli comuni ecc. (la mail della Provincia di Sondrio: informazioni@provincia.so.it).
Martina Simonini
(da 'l Gazetin, febbraio 2012)