Mi trovavo alla presentazione di un libro di poesia (non dico di chi e dove perché non è questa la sede, rispetto massimo a Peppino Cavarra!) ed ho appreso da un amico lì presente la brutta notizia. Già nei mesi scorsi l’amico Vito Tartaro mi aveva detto che Cavarra non stava affatto bene, ma non immaginavo il peggio imminente.
Dunque, ecco un mio breve e simbolico ricordo del professore.
Mi fu presentato diversi anni fa in occasione della presentazione di un libro dialettale. Eravamo a casa dell’autore.
– Sai cos’è la tistunia? (adesso non so dire per certo fosse questo il lemma, ignorante ero e ignorante sono rimasto, mentre a Castel di Iudica si dice pisciacozza), mi chiede col sorriso agli occhi, occhi vividi e sinceri, occhi di quel mare e di quella ‘terra di mezzo’, terra di Stretto.
– Veramente… – rispondo… – è la tartaruga (testuggine).
Affabile, vero, affettuoso. Ci siamo rincontrati in altre poche occasioni, in alcune di queste a tavola volle sedersi accanto a me, dimostrando simpatia nei miei confronti: sempre affabile, vero, affettuoso. Altri, non certo io, hanno diritto di ricordare (già lo hanno fatto in tanti, ma solo a livello regionale, che io sappia, per quanto riguarda la carta stampata, meno male esiste internet) la sua grande figura di poeta e studioso, a me, però, morde il non dire nulla. Che sia, mi auguro, semplicemente uno spunto.
Ciau Prufissuri
Giuseppe Samperi
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