Ho visitato l'esposizione di acquarelli di Nicola Magrin, allestita nelle sale della biblioteca di Chiesa in Valmalenco. Nicola è un ragazzo un po' atipico, speciale: un 'cittadino' che passa le vacanze in montagna; le sue però sono vacanze diverse rispetto a quelle che generalmente vivono i ragazzi della sua età. Innanzitutto le passa da solo, alloggiando in una semplice casa di gente del posto. Con i vicini ha un stretto rapporto, una relazione continua di condivisione; per questo conosce tante persone del posto. In special modo lega e si relaziona spesso con le persone di una certa età, che conoscono bene la zona, che ne fanno parte e ne esprimono genuinamente lo spirito. E anche con l'ambiente, il territorio, le montagne ha un intenso rapporto di conoscenza e integrazione.
In questi anni di costante frequentazione è riuscito a osservare le molteplici attività dell'uomo e il suo rapporto con il territorio di mezza montagna. La montagna evoca grandiosità, forza, incombenza, masse sovrastanti; e la vita contadina evoca solidità, vigore, spessore, fatica. La rappresentazione di Nicola di questa realtà contadina e montanara è intrisa, permeata di poesia. L'uomo, dedito alla cura del territorio e degli animali, nella sua concretezza è sospeso nel paesaggio e nello stesso tempo gli appartiene interamente.
Sicuramente la tecnica dell'acquarello rende la composizione leggera, attutita, ricca di luce. Nicola descrive paesaggi e persone con grande delicatezza, con tanta luce, con spazi aperti; i personaggi e le figure rappresentati sono immersi e fanno parte di queste atmosfere sospese, a volte oniriche.
Una vera poesia per gli occhi e per l'anima, trasmettono un senso di pace, di calma. L'uomo immerso nel suo ambiente è un tutt'uno con esso, chiuso in un delicato equilibrio.
Ileana Menghi
Nota: In occasione dell'esposizione (3 dicembre 2011 – 31 gennaio 2012), l'Unione Lombarda dei Comuni della Valmalenco ha pubblicato un buon catalogo, Nicola Magrin: La montagna dentro. Passioni Memoria Sensazioni, con una intervista all'artista di Elisabetta Sem, da cui sono tratte le immagini qui proposte.