Maritza Pelegrino (foto) si è recata all'Avana per denunciare davanti alla stampa straniera le responsabilità del governo cubano nella morte del marito.
«Avrebbero potuto evitare la sua morte, ma le cure mediche sono cominciate quando non c'era più niente da fare».
La Dama de Blanco Maritza Pelegrino, vedova del prigioniero politico cubano Wilman Villar Mendoza, morto alcuni giorni fa dopo un prolungato sciopero della fame, ha chiesto al regime che sia fatta giustizia sulla morte del marito, durante una conferenza stampa che si è tenuta all'Avana.
«Me l'hanno ucciso per non averlo curato in tempo e subito dopo ne hanno infangato il nome. Adesso il governo vorrebbe cancellare persino la sua immagine. Non posso tollerarlo», reclama.
L'attivista vuole smentire pubblicamente le dichiarazioni comparse sul periodico Granma circa il vero motivo della prigionia del marito.
«La storia raccontata dalla stampa cubana è falsa», sostiene Pelegrino. «Non è vero che mi ha percossa, né che mi ha lasciato segni sul viso. Non è vero che non era in sciopero della fame. Sono tutte menzogne costruite ad arte», ha detto la vedova.
Gordiano Lupi