Cracovia, antica capitale della Polonia, è una città deliziosa, meravigliosa, traboccante di ricchezze artistiche e monumentali. Migliaia di edifici storici si elevano nella Città Vecchia (Stare Miasto) all'ammirazione di chi trascorre nelle sue vie o in Rynek Główny, una delle piazze medioevali più grandi d'Europa. Il Wawel, con il suo castello e la cattedrale, dove è sedimentata la storia del Paese. Il gigantesco stupendo altare ligneo di Veit Stoss nella Basilica di Santa Maria Maggiore, un'opera che da sola varrebbe il viaggio. Il reticolo di strade capaci di riservare sorprese per ogni particolare o decorazione. L'elegante ragnatela di locali. Le gallerie d'arte. Le collezioni museali. Le mostre e le occasioni culturali. I concerti e Chopin. L'antico, affascinante e commovente cimitero ebraico di Remuh nel quartiere denominato Kazimierz. Lo stesso cibo. Cracovia è una meta desiderabile e ambita, e vicini sono anche Auschwitz, da vedere per non dimenticare anche se si continua a non capire il perché di tanto male e orrore, e le Miniere di sale di Wieliczka, luogo magico.
In tutto questo panorama si colloca l'Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, diretto da Clara Celati. Molto alto è sempre stato l'interesse della gente polacca e degli intellettuali del Paese della Szymborska, di Miłosz, di Polański, nei confronti dell'Italia. L'Istituto Italiano di Cultura di Cracovia (ul. Grodzka 49, sito Internet www.iiccracovia.esteri.it) è un importante centro propulsivo di cultura italiana e sa accendere in maniera magistrale i riflettori su quanto di creativo e artistico proviene dall'Italia proponendolo ai tanti che vogliono conoscere e, anche imparare, la nostra lingua. Una miriade di iniziative e d'eventi vengono a tal fine posti in atto: conferenze, proiezioni di pellicole, concerti, mostre, pubblicazioni. È confortante pensare che in tempi così duri per la nostra credibilità e con risorse economiche sovente limitate, con la cultura quale cenerentola nella considerazione del potere (non stupisce ciò...), c'è chi si batte e sbatte per tenere alta la bandiera della patria, nelle sue espressioni migliori, con una mentalità aperta all'altro, nella più proficua logica dello scambio e della conoscenza. Dai grandi maestri della poesia visiva ad Andrea Palladio e all'arte contemporanea lo spettro degli interventi è ampio, articolato e intelligente.
Ho avuto modo nel mio recente viaggio a Cracovia di conoscere Clara Celati e chi con lei collabora, comprendendo quale e quanta passione e competenza presiedano al loro lavoro. Dulcis in fundo, ho potuto ammirare l'ultima mostra allestita sotto le volte medioevali dei sotterranei – un ambiente estremamente suggestivo –, vale a dire i manifesti originali, opera di illustratori polacchi, dei film quivi esportati dalla nostra industria cinematografica. Scorrono, fra gli altri, sotto gli occhi La notte di Michelangelo Antonioni, Matrimonio all'italiana di Vittorio De Sica, Medea di Pier Paolo Pasolini, il Satyricon di Fellini, per il quale c'è un autentico culto, come si scopre dai tanti film del maestro riminese rappresentati e interpretati nei più vari, raffinati e originali modi e tecniche, Roma, Casanova, Otto e ½, oltre ai ritratti esplicitamente ispirati e dedicati alla sua figura. E ancora Mario Monicelli, Dino Risi, Luchino Visconti. Una sfilata di titani. La miglior commedia all'italiana e i più famosi prodotti del neorealismo a confronto con la Scuola polacca del manifesto e le relative elaborazioni dei vari Maestri: Jerzy Flisak, Maciej Hibner, Eryk Lipiński, Jan Młodożeniec, Waldemar Świerzy.
La mostra, Disegnare “Una forma che pensa”, curata da Stefano Mazzoni e organizzata dall’Istituto di Cultura di Cracovia in collaborazione con la Galleria del Poster-Galeria Plakatu-Krzysztof Dydo & Ewa Pabis, sarà aperta sino al 29 gennaio 2012. Se per caso andaste per diporto a Cracovia, non mancate di andare a visitarla scoprendo le preziose virtù dell'Istituto Italiano di Cultura di stanza nella più bella città polacca, inserita dall'UNESCO sin dal 1987 fra i siti patrimonio dell'umanità, dove vive anche un pezzo d'Italia. La migliore Italia.
Alberto Figliolia
P.S. A Cracovia erano in corso due mostre fantastiche: una dedicata a William Turner e l'altra a Utagawa Kuniyoshi, pittore giapponese del XIX secolo, uno degli ultimi maestri dello stile definito ukiyo-e, vale a dire la stampa a blocchi di legno.