Diario di bordo
Vincenzo Donvito. Saldi? Suvvia, cerchiamo di non essere ridicoli... 
Aboliamo questa parola da qualunque normativa
19 Dicembre 2011
 

Firenze – Fa effetto leggere che la Regione Lazio ha deciso di anticipare i saldi al 5 gennaio, un effetto dovuto al fatto che si ha l'impressione di essere in un mondo irreale. Dal 1° gennaio scatta la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali e c'è ancora chi pensa ai saldi... dimostrazione di come qualcuno, nella fattispecie le corporazioni dei commercianti, non si vuole ancora rendere conto che il mondo sta cambiando e, nella fattispecie, quel cambiamento del loro mondo che avrebbe dovuto esser tale già da diversi anni, non è più possibile fermarlo con trucchi, trucchetti, lacci, sgambetti, etc.

Che senso hanno i saldi nel momento in cui le promozioni si fanno in tutti i momenti dell'anno? Perché si vuol far credere che quello dei saldi sia l'unico periodo delle occasioni, se non perché ci sarebbero amministrazioni locali e associazioni delle specifiche corporazioni che vogliono in questo modo rimarcare il proprio potere di controllo del business dei commercianti?

Invece di concentrarsi sui meccanismi di mercato che possono indurre a particolari offerte e particolari occasioni (su questo potrebbe incentrarsi il supporto delle amministrazioni locali e delle associazioni di categoria), si vuol continuare a far credere che possa esistere un controllo del mercato, non solo, ma che questo controllo possa essere fondamentale per il business di ognuno e per i vantaggi dei consumatori.

Ultimi colpi di coda? Ce lo auguriamo. Aspettiamo che tutti i lungimiranti che oggi stanno facendo sentire la propria voce contro il blocco o la scarsità delle liberalizzazioni messe in atto dal Governo, si facciano sentire anche in questa occasione perché la parola “saldi” sia cancellata da qualunque provvedimento normativo.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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