Lo scaffale di Tellus
Gordiano Lupi. I “Giudici di frontiera” di Roberto Mistretta
30 Ottobre 2011
 

Roberto Mistretta

Giudici di frontiera

Interviste in terra di mafia

Salvatore Sciascia Editore, pagg. 256, € 16,00

 

Roberto Mistretta è un ottimo narratore, scrive libri gialli ambientati in Sicilia con protagonista il maresciallo Bonanno, ispirati dai romanzi di Camilleri, e riscuotono un buon successo in Italia e in Germania. Mistretta è un buon narratore di storie per bambini, ma anche giornalista interessato ai problemi della sua terra che spesso affiorano dalle pagine dei suoi romanzi.

In questo libro affronta l’universo mafia con una serie d’interviste ai protagonisti, a quei giudici di frontiera che lottano ogni giorno per garantire la possibilità di vivere in una vera democrazia, dove sia possibile andare a testa alta, senza timore di padrini, cosche e associazioni malavitose che condizionano la vita quotidiana. Giancarlo De Cataldo - che se ne intende - firma un’interessante introduzione dove mette in guardia da molte false idee che vengono fatte circolare ad arte. «Una volta la mafia era rispettosa dei poteri costituiti, era nobile, cercava l’ordine e non il disordine, mentre oggi è in mano a gangster incontrollabili». Questo è il primo dei luoghi comuni da abbattere. Non si deve avere nostalgia del passato: la mafia ha sempre rappresentato un antistato radicato nel tessuto sociale, una struttura che impedisce la vita democratica. Si tratta sempre di mafia, comunque la si guardi e la si spieghi, rappresenta un male da combattere. Le cose non sono cambiate, purtroppo, la mafia non è “un problema locale” ma nazionale, non è “un fenomeno criminale territorialmente circoscritto”, ma nelle sue diramazioni di ’ndrangheta, sacra corona unita e camorra interessa tutta l’Italia. Resta la profonda collusione con alcune parti deviate dello Stato, perché la mafia penetra come un cancro maligno e avvelena i settori della vita pubblica con cui entra in contatto. La mafia non è alle corde, come vorrebbero farci credere, ma è sempre pronta a colpire, progettare attentati, piazzare bombe e lanciare inquietanti avvertimenti. «Il Male persiste», dice De Cataldo, e va combattuto.

Roberto Mistretta entra in prima linea con un libro coraggioso che racconta l’evoluzione mafiosa nella provincia di Caltanissetta, da don Calò ai giorni nostri, intervistando giudici impegnati nella lotta quotidiana per la legalità: Giovanbattista Tona, Sergio Lari, Antonino Patti, Domenico Gozzo, Onelio Dodero e Ottavio Sferlazza. Un’interessante appendice è dedicata ad alcune recenti operazioni antimafia nel territorio nisseno. Per citare la definizione che fornisce la casa editrice siciliana: «Le vite di uomini che sono stati minacciati di morte, che vivono nelle aule di giustizia e sotto stretto controllo. Il testo ripercorre parte delle complesse dinamiche di mafia nell’arco di trent’anni: dai centoventi morti della riforma della giustizia alla riapertura delle indagini sulla strage di via D’Amelio». Una lettura importante per chi vuole approfondire il fenomeno mafia, perché conoscere il problema significa imparare a combatterlo.

 

Gordiano Lupi


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