Terminare la vita
tra le stragi e l’orrore
è potuto accadere
per l’abnorme sviluppo del pensiero
poiché il pensiero non è mai buono in sé.
Il pensiero è aberrante per natura.
Era frenato un tempo da invisibili Numi,
ora gli idoli sono in carne e ossa
e hanno appetito. Noi siamo il loro cibo.
Il peggio dell’orrore è il suo ridicolo.
Noi crediamo di assistervi imparziali
o plaudenti e ne siamo la materia stessa.
La nostra tomba non sarà certo un’ara
ma il water di chi ha fame ma non testa.
Eugenio Montale
(Quaderno di quattro anni, 1977)